domenica 28 novembre 2010

“Fu Una Vera E Propria Guerra Di Invasione”

Il processo di costruzione dell’Italia unita e la mortificazione delle energie del Mezzogiorno

Sin dall’inizio l’Attacco, prima ancora che diventasse anche un fenomeno di costume, ha messo in evidenza l’eccezionalità di Terroni e la singolarità del suo autore: Il mondo prima e dopo Pino Aprile, insomma. Aprile, dopo il libro, ascoltandola, una frase rimbomba: perché riservarono a noi del Sud tanto odio? La disistima, la non considerazione dei meridionali come esseri umani, “mandrie” o peggio “cadaveri infetti con cui andare a letto”. Così sterminarci era un’opera di bene o quasi. Ciò che non avevano previsto in Piemonte fu il brigantaggio, la rivolta, ciò che lo stesso Garibaldi definiva “un problema sociale”, lo si volle affrontare con una violenza senza precedenti. Lei ha messo in evidenza l’orrore degli eventi, che già all’epoca – come sottolinea – fu notato dagli altri stati europei, Regno Unito in testa. Cosa accadde? Tutti gli ambasciatori protestarono con forza, non si poteva tollerare in seno all’Europa quanto si stava commettendo, ci furono sedute alla Camera dei Comuni, le proteste “violente” di Napoleone III, ma niente fece desistere. Fin dall’inizio volevano farci colonia e lo siamo tutt’ora, pensi alla carenza di infrastrutture, a quanto si spende per il Sud e quanto per il Nord. Viene da chiedersi, dunque, ma l’Italia poteva essere unita diversamente? Si nei paesi pre-unitari si parlava di “fare l’Italia”, quanto noi subimmo fu una “guerra di invasione” vera e propria. Ci poteva essere un’altra “Unità”, a dimostrarlo è il caso Vandea, della Francia rivoluzionaria, dopo gli eccidi, a quelle popolazioni fu data l’occasione di ritrovarsi francesi, venendo messe nelle stesse, pari, condizioni di opportunità. Così non fu per il Regno delle Due Sicilie, i Savoia si trovarono a possederci. La realtà è che per loro l’Italia non poteva, ma doveva essere unita, il Piemonte aveva le casse vuote, era pieno di debiti e il modo migliore per sanarle, fu di rubare la ricchezza del Mezzogiorno d’Italia...

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