giovedì 19 novembre 2009

Discorso Di Fernanda Sacco All'Istituto Di Ragioneria "Angelo Fraccacreta" Di San Severo 18 Novembre 2009

In questo mio libretto “I miei ricordi di una tragedia familiare” ho voluto parlare di mio zio, Nicola Ferdinando Sacco, del caso “Sacco e Vanzetti” per far conoscere ai giovani la grande ingiustizia commessa nei loro confronti.

Non mancano nel libro le implicazioni sociali, con riferimenti ai problemi della giustizia, dell’emigrazione.

Il popolo italiano ha vissuto il dramma dell’emigrazione, dalla fine dell’800. Gli italiani emigrarono nelle americhe, in Australia, in Argentina, e dopo la 2a Guerra Mondiale, in altri paesi dell’Europa centrale: Francia, Svizzera, Belgio, Germania…

Insomma siamo un popolo di emigranti.

L’emigrazione italiana in America ha rappresentato a lungo un sogno di libertà e di benessere, ma allo stesso tempo un incubo di repressione e di povertà. Gli operai italiani erano considerati i più sudici ed ignoranti, che si accontentavano delle paghe più basse. Ma erano capaci di organizzare degli scioperi per il riconoscimento dei loro diritti. Le differenze culturali e di razza sono state interpretate come una delle principali cause di frammentazioni esistenti fra i lavoratori: veniva cacciato chi si ribellava, era già pronto chi lo sostituiva.

In questo contesto si trovarono Sacco e Vanzetti. Arrivarono in America come tanti altri, in cerca di lavoro, ma scoprirono che molti per sopravvivere alle fatiche più dure, erano costretti a lavorare per paghe da fame.

Cominciarono a lottare per il riconoscimento dei diritti degli operai e contro le ingiustizie. Ma l’America, quella grande potenza tanto insicura politicamente, assediata dalle grandi azioni sindacali dei lavoratori e degli emigranti, dai conflitti di classe, dalle disparità sociali, trovò nei due umili italiani, una forza politica punitiva, per difendere i propri interessi.
Sacco e Vanzetti vennero travolti da questa grande macchina capitalistica, che gli accusò di un delitto non commesso, e dopo 7 anni di duro calvario giudiziario, li condannò alla sedia elettrica.
Fu una condanna politica.

E dopo 50 anni dalla loro morte, il governatore “Dukakis” dichiarò al mondo la loro innocenza.
Uniti dalla passione e dalla lotta, in difesa degli ideali di libertà e di giustizia sociale, questi due martiri restano ad esempio per chi di questi ideali ne fa una bandiera.

La loro dolorosa vicenda, ancora oggi, ci aiuta a riflettere sulla ingiusta pena di morte, sui mancati diritti degli immigrati, sul razzismo. Sono dei concetti che costituiscono un forte richiamo morale per le nostre coscienze.

Oggi l’Italia si ritrova ad essere una nazione in pieno sviluppo economico. Vede arrivare sul proprio territorio masse di emigranti (da tutto il mondo) da varie parti del mondo, sfuggiti alla miseria e alle guerre civili.

La storia si ripete.

Come i nostri italiani, questi nuovi immigrati, devono affrontare le stesse forme di razzismo.
Allora, con la nostra amara esperienza, com’è possibile non accogliere questa povera gente?
Com’è possibile scacciare esseri umani che mettono a repentaglio la propria vita, per cercare lontano dalla propria famiglia mezzi di sostentamento?

Eppure noi siamo un paese di cattolici credenti e non sappiamo considerare quei fratelli che nel mondo ogni giorno muoiono di fame, cerchiamo allora di essere più umani, cerchiamo di soccorrerli nei loro bisogni e certamente il signore ce ne darà merito.

Fernanda Sacco

martedì 3 novembre 2009

Sacco E Vanzetti - Dalla Storia Al Rap

Sacco E Vanzetti Vivono - L’Eredità Anarchica Nella Musica, Nella Letteratura E Nella Storia

Spett.
Amnesty International
sala Biblioteca
Palazzo della Provincia
Piazza Italia
Reggio Calabria (RC)


Carissimi Amici,

sono Fernanda SACCO, nipote diretta di quel Nicola, che, con Bartolomeo Vanzetti, venne sacrificato ingiustamente sulla sedia elettrica in quel lontano 1927.
Voglio innanzitutto ringraziarVi per aver pensato di organizzare il Convegno di cui all’oggetto, che si terrà a Reggio Calabria il 7 novembre 2009.

Idealmente sono lì con voi, presente a questo bellissimo momento di riflessione, stimolata dalle diverse e molteplici forme con cui l’arte ha sempre celebrato il sacrificio dei due martiri.

Sono certa, altresì, che con voi sono presenti, soprattutto, i due martiri che, da 82 anni, ci dicono che l’amore, il rispetto per l’altro, sono i cardini essenziali per una convivenza pacifica. Essi hanno lottato per una giusta causa: contro lo sfruttamento della classe operaia, in difesa degli ideali di libertà e di giustizia sociale. La loro condanna è stata pronunciata dai nemici della classe operaia, dai nemici del diritto uguale per tutti, dai nemici dell’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge.

Ancora oggi, come allora, i temi dell’emigrazione, della giustizia, del razzismo, della pena di morte, restano insoluti a richiamare le coscienze di tutti ad un impegno straordinario e continuo.

Il sacrificio di Sacco e Vanzetti ci sia di monito, perché il dono della vita non può essere sacrificato per volere di esseri disumani.

A voi tutti, ed in particolare ai giovani presenti, voglio dire con tutto il cuore: SIETE CHIAMATI A PROIETTARE NEL TEMPO QUESTA STORIA DOLOROSA CHE AVETE CONOSCIUTO, AFFINCHÈ CERTE VIOLENZE NON SI RIPETINO. TUTTI INSIEME, CON LE NOSTRE DIVERSITÀ DI LINGUA, DI RAZZA DI RELIGIONE, DI TRADIZIONI POSSIAMO COSTRUIRE UN MONDO MIGLIORE.

A distanza di circa un secolo, mantenere viva la memoria di quel gravissimo crimine, con iniziative come quella che avete organizzato, penso che serva soprattutto a questo.

Con l’occasione vi ringrazio ancora una volta, augurando un’ottima riuscita al vostro convegno.

Torremaggiore, 3/11/2009
La Presidentessa Onoraria
Ins. Maria Fernanda SACCO

mercoledì 28 ottobre 2009

domenica 25 ottobre 2009

Lontani Da Casa Ma Con La Puglia Nel Cuore

Al teatro del Fuoco a Foggia il consiglio generale dei pugliesi nel mondo

Eccoli, i pugliesi nel mondo. Quelli che si sono lasciati alle spalle le storie di miserie e povertà che hanno costretto i loro genitori a lasciare le loro (e nostre) terre per costruirsi un’altra vita altrove. Spesso migliore e piena di possibilità. Negli Stati Uniti, in Canada e Australia, oppure nord Europa, sono ancora così pieni di amore per l’Italia da conoscere almeno un po’ la lingua e forse un po’ più i dialetti. I rappresentanti dei pugliesi nel mondo, riuniti nel Consiglio generale dei pugliesi nel mondo, un organo della Regione Puglia, si sono ritrovati l’altra sera al teatro del Fuoco a Foggia, per la consegna dei Premi Puglia 2009, attribuiti a pugliesi o discendenti di pugliesi che si siano distinti all’estero nei loro campi di attività. Uno degli impegni di Elena Gentile, assessore alle politiche per le migrazioni, quello di ricucire i rapporti di una comunità che conta migliaia di esponenti in tutto il mondo e di far emergere le eccellenze di chi conduce una vita lontano da casa. Sul palco sono saliti Patrizia Tishia Sasha Carruozzo, australiana di Adelaide, genitori originari di Castelluccio Valmaggiore, impegnata come attrice e in radio a valorizzare la cultura italiana, con un’attenzione particolare per le comunità pugliesi. Daniele Stea ha ritirato il premio al posto del padre Baldassarre, nato ad Adelfia e residente a Tucson in Arizona, dove oltre a essere primario del reparto di radiologia e oncologia, e anche docente universitario. Il giovane si è cimentato nella lettura in italiano di un messaggio del padre. Non ha avuto bisogno di supporti naturalmente Francesco Draisci, architetto poco più che quarantenne, da anni oramai a Londra con la sua famiglia e con i suoi fratelli, mentre mamma e papà sono rimasti a Cerignola: «lasciate andare i vostri figli - ha detto al pubblico il giovane architetto - se non riescono ad esprimere qui la loro creatività, le loro potenzialità». Ha toccato un tasto dolente, Draisci, quello della necessità di emigrare ancora, oggi come cento anni fa, senza valigie di cartone ma con una testa piene di idee che qui non si riescono a far crescere. Premiata anche l’immunologa Adele Caterino de Araujo, brasiliana di origini coratine e l’artista cerignolano Michele Loconte. Un riconoscimento alla memoria a Elvira Catello Perrini, nata a Locorondo nel 1888, morta a New York nel 1979, pacifista e anarchica. Il premio è stato ritirato dal figlio Elio. Anarchica come Nicola Sacco di Torremaggiore, bruciato dalla sedia elettrica, premio alla memoria. C’era la nipote Maria Fernanda Sacco, ancora residente a Torremaggiore, che non ha voluto ritirare il premio consegnatole da un assessore dell’attuale amministrazione del piccolo centro ma che lo ha accettato dall’attore Michele Placido in nome dell’associazione che porta il nome dello zio e «sostiene in tutto il mondo gli ideali della pace e contro la pena di morte». Premio alla memoria anche per Matteo Salvatore, ricordato dal gruppo di Apricena «I Giroller», che si sono esibiti insieme all’orchestra di fiati «Leonard Falcone Brass Quintet».

Stefania Labella
La Gazzetta Del Mezzogiorno
25 Ottobre 2009

sabato 24 ottobre 2009

mercoledì 21 ottobre 2009

Premio Puglia 2009 Alla Memoria Per Nicola Sacco

Il 23 ottobre 2009 alle ore 18:00 presso il “Teatro Del Fuoco” a Foggia, sarà consegnato dal Consiglio generale dei pugliesi nel mondo un premio alle memoria per Nicola Sacco l’anarchico italiano arrestato, processato e giustiziato sulla sedia elettrica negli Stati Uniti negli anni Venti, insieme a Bartolomeo Vanzetti. A ricevere il premio dello zio Nicola sarà la nipote Fernanda Maria Sacco e l’Associazione Sacco e Vanzetti di Torremaggiore.

Alla cerimonia parteciperà come ospite d’onore l’attore e regista Michele Placido che si esibirà in una delle sue perfomance artistiche.

Il Consiglio generale dei pugliesi nel mondo è un organismo della Regione Puglia composto da 60 rappresentanti delle comunità pugliesi in Europa, Nord America, Sud America, Africa e Australia e presieduto dal Presidente della Regione Nichi Vendola.

domenica 11 ottobre 2009

Il Discorso Di Fernanda Sacco Alla Loyola University Of Chicago A Roma

Sono l’ultima nipote di Nicola Sacco, perciò ho tanto a cuore ogni partecipazione. La vostra iniziativa oggi, come tante altre, ha uno scopo preciso:

Bisogna salvare il ricordo di Sacco e Vanzetti.

Salvare la loro storia significa sottrarre alla devastazione del tempo quello che essi sono stati; significa non cancellare il ricordo del loro martirio.

Dobbiamo ricordarli!

E ricordarli significa immettere quell’atroce passato non solo nella mente, ma nella nostra coscienza, nelle nostre esperienze di vita, per non ripetere le ingiustizie commesse.

E’ un passato lontano che vogliamo conservare e non vogliamo assolutamente dimenticare; un passato doloroso intriso di grandi violazioni, che hanno superato ogni limite della dignità umana: la libertà, il rispetto, la giustizia.
Questo caso ci ha dato la misura dell’inganno della giustizia americana e delle ferree regole sociali, su cui era fondata la società dei Potenti. L’America viveva in una situazione di condizionamento psicologico, alimentato da una cultura dei sospetti; era un isterismo contro i rossi e gli stranieri; un razzismo sacrificale che portò alla morte due innocenti, due miseri operai sfuggiti alla miseria dei primi anni del 900, dalla loro Patria, in cerca di lavoro e di una vita migliore. Trovarono la morte; una morte voluta.

Gardner Jachons così scriveva:

“La vostra esecuzione è uno dei crimini più neri della storia dell’Umanità”.

E voi carissimi, non potevate scrivere un titolo più bello:

“Sacco e Vanzetti Vivono”

E quello che voi avete fatto, non è solo il ricordo, ma la presentazione di due persone a noi care:

“Nicola e Bartololo”

che stanno in mezzo a noi da 82 anni, per dirci che la pace, l’amore, la tolleranza, devono essere radicati in ogni essere umano.

Purtroppo oggi i valori della solidarietà e dell’accoglienza sono sottoposti a forti stress e non accettiamo quei flussi migratori che rendono normale una società multietnica. L’intolleranza riaffiora pericolosamente, giustificata però nei confronti di chi arriva per delinquere e non per migliorare la propria vita col lavoro.

Ai giovani voglio dire:

fate in modo che i due martiri siano sempre presenti nel vostro cuore e da questo avvenimento sia di monito, affinché possiate mettere in campo una cultura di non violenza, una cultura di amore e di rispetto per l’altro. Voglio concludere il mio breve intervento con le parole di Sant’Agostino:

“Nel sangue dei martiri, c’è il senso della libertà”.

Ma che sia una libertà costruttiva, una libertà creativa e non una libertà persecutrice.

Fernanda Sacco
29 settembre 2009

venerdì 2 ottobre 2009

Kento feat. Hyst - Sacco O Vanzetti (Director Elena Fiorenzani)


KENTO
SACCO O VANZETTI: IL VIDEOCLIP
Regia di Elena Fiorenzani

Uno spazio semiabbandonato in bilico tra il carcere e il centro sociale. È il luogo in cui si aggirano le presenze di coloro che presero parte a quel balletto macabro che si consumò negli anni ’20 e che portò alla morte sulla sedia elettrica due innocenti perché anarchici, perché italiani, perché immigrati: Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti.

Il rapper calabrese Kento, ispirandosi a questa vicenda e agli omaggi che tutte le forme d’arte hanno tributato a Nick e Bart, ha posto l’attenzione sulle loro differenze nell’affrontare il destino condiviso:
“Puoi scegliere di rifiutare del tutto ciò che non puoi affrontare, di sputare con disprezzo su quel muro e poi voltargli le spalle. O puoi scegliere di combattere fino alla fine, di prenderlo a martellate anche se sai che non potrai mai abbatterlo o scalfirlo. Ai giudici che – comunque e in ogni caso - ti condanneranno puoi opporre la tua dialettica più veemente. O semplicemente il silenzio. Puoi assomigliare a Nicola Sacco, o a Bartolomeo Vanzetti. Puoi renderti conto che, in vari momenti della tua vita, sei stato uno dei due e che, in fondo al tuo essere, convivono entrambi” (Kento).

Partendo da questa premessa la regista Elena Fiorenzani ha realizzato un videoclip in cui Kento si fa interprete di entrambe le istanze: da un lato Kento/Vanzetti carcerato ma ancora vivo in carne e ossa, che tenta disperatamente di resistere alla manipolazione della realtà combattendo con la parola, unico mezzo rimasto a sua disposizione; dall’altro Kento/Sacco, interamente bianco, già fantasma di se stesso prima ancora di essere giustiziato, che rifiuta il confronto con un giudizio già scritto chiudendosi in una sorta di ostinato mutismo.

Il videoclip è strutturato in una forma in cui passato e presente convivono in un gioco di visioni e rimandi.
Se infatti da un lato si mantengono dei riferimenti storici (trucco e costumi), dall’altro la vicenda è attualizzata attraverso la scelta della location (il centro sociale Forte Prenestino di Roma) e la sottolineatura registica della drammatica attualità del caso, nel contesto espressivo contemporaneo del rap di Kento.

Il testo della canzone:

Rit: Quando il tuo destino viene a farti visita
Che fare? Che fare?
Sei pronto a dare tutto sapendo che non c’è rivincita?
Restare a lottare?

Voce come luce, ma se non c'è più calore
L'urlo blocca le parole, causa eclissi di sole.
Sacco Nicola, provenienza il meridione
Destinazione morte e nel frattempo la prigione.
Dentro quattro mura anche i pensieri chiusi a chiave.
Da ‘sta serratura neanche l'aria può passare
Quando ho paura chiudo gli occhi e vedo il mare,
Sogno il cielo la mia terra e la mia donna da baciare.
Sogno ali di farfalle per passare tra le sbarre,
Mani di titani per piegarle.
Vorrei la forza per un nuovo capitolo,
Se ognuno dei miei passi non portasse al patibolo.
Anarchico e straniero, non assassino,
Lo sa perfino il giudice che ha scritto il mio destino.
Ed io ho scritto sul muro, a lettere nere:
"La giustizia non fa parte di un sistema di potere".

Rit.

Voce come bomba, se la verità che abbiamo
Spezza il braccio teso nel saluto romano.
Vanzetti Bart, sono colpevole
Di odiare l'ingiustizia del sistema e le sue regole.
Di essere italiano, anarchico, emigrante,
Sindacalista, antifascista, militante.
E la mia gente non si scorda più il passato
Con me presenta il conto di ogni secondo sprecato
A lavorare in nero come schiavi del padrone,
In file senza fine negli uffici immigrazione.
Signor giudice, è tutta una montatura!
L’ho vista quella penna che tremava di paura.
Scriveva una condanna che è la nostra vittoria,
Scriveva i nostri nomi sui libri di storia,
E tutti quanti ora lo devono sapere:
"La giustizia non fa parte di un sistema di potere".

Rit

Ma non me ne importa se importa a te
Potessi respirare ancora il tuo odore
il tuo odore
È per una causa che non ha colore non ha nome
Ora ha un nome
Ma ora ha un nome

giovedì 1 ottobre 2009

mercoledì 30 settembre 2009

domenica 27 settembre 2009

Sacco E Vanzetti Vivono: La Loro Eredità Culturale Nel Film, Nella Musica E Nella Storia

Martedì 29 settembre 2009 alle 18.30 l’Associazione Sacco e Vanzetti è stata invitata al John Felice Center della Loyola University di Chicago, situata a Roma in Via Massimi 114 /A (zona Monte Mario) per una manifestazione aperta al pubblico dal titolo: "Sacco e Vanzetti vivono: la loro eredità culturale nel film, nella musica e nella storia." L’evento ricorderà la vicenda di Sacco e Vanzetti prendendo in considerazione sia il passato che il presente, dal momento che l’eco dei problemi sollevati dalla loro storia continua ad essere vivo in molti avvenimenti attuali.

Sarà proiettato, in anteprima per Roma, il pluripremiato documentario di Peter Miller,“Sacco and Vanzetti” (audio inglese con sottotitoli italiani). L’evento includerà la presentazione del videoclip musicale “Sacco o Vanzetti” del rapper Kento (Francesco Carlo) e una performance musicale dell’Italian Old-time Trio che eseguirà pezzi dell’epoca con strumenti tradizionali. Dopo le proiezioni e l’esecuzione,ci sarà una discussione che coinvolgerà Fernanda Maria Sacco (nipote di Nicola Sacco), Peter Miller, Kento, Fabio Refrigeri, direttore del trio e Flaminio Di Biagi, noto esperto di film.

Come è noto il documentario di Peter Miller, “Sacco and Vanzetti,” riporta in vita la storia di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, due italiani anarchici e immigrati che nel 1920 furono accusati di omicidio, e la cui condanna a morte fu eseguita a Boston nel 1927 dopo un processo chiaramente intriso di pregiudizi. L’esperienza di Sacco e Vanzetti divenne un simbolo dell’intolleranza verso gli immigrati e verso coloro che dissentivano in America. Milioni di persone negli Stati Uniti, in Italia e in tutto il mondo protestarono a loro favore. Ottant’anni dopo, la loro storia continua ad avere grande risonanza, mentre le libertà civili e i diritti dei migranti continuano a essere sotto attacco negli Stati Uniti e anche in Italia.

Il rapper italiano Kento, ispirato dalla storia di Sacco e Vanzetti si concentra sui diversi modi in cui i due affrontano il destino comune:
Puoi scegliere di rifiutare del tutto ciò che non puoi affrontare
O puoi scegliere di combattere fino alla fine….
Ai giudici che comunque ti condanneranno puoi opporre la tua dialettica più veemente. O semplicemente il silenzio.
Puoi essere come Nicola Sacco o come Bartolomeo Vanzetti.
Puoi renderti conto che, in vari momenti della tua vita, sei stato uno dei due e che, in fondo al tuo essere, convivono entrambi.

Sarà l’occasione per riflettere sull’attualità della vicenda di Sacco e Vanzetti ("Sacco e Vanzetti vivono") con i giovani del John Felice Center di Roma, seconda più grande struttura di studi internazionali in Italia, offre un’esperienza universitaria pre-laurea nel cuore dell’Europa occidentale in un Centro, che è un vero e proprio campus e centro accademico dell’Università Loyola di Chicago, fondata nel 1870 e diventata poi la più grande università cattolica gesuita della nazione.

martedì 8 settembre 2009

domenica 23 agosto 2009

Una Serata Per Ricordare Sacco E Vanzetti

OTTANTADUE ANNI FA I DUE ANARCHICI ITALIANI FURONO GIUSTIZIATI NEGLI STATI UNITI

PISTOIA - In occasione dell’ottantaduesimo anniversario della morte di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, i due anarchici italiani giustiziati sulla sedia elettrica il 23 agosto 1927 negli Stati Uniti, venerdì 21 agosto alle 21 nel giardino della caffetteria del Museo Marino Marini si terrà la presentazione del libro “Sotto un cielo stellato” di Lorenzo Tibaldo (Edizioni Claudiana, Torino 2008). All’iniziativa interverranno Roberto Barontini, presidente dell’Istituto storico della Resistenza, Lorenzo Tibaldo, autore del volume e l'Associazione Sacco e Vanzetti. Durante la serata saranno eseguiti brani musicali e letture delle lettere di Sacco e Vanzetti dal carcere, a cura di Fabio e Ruggero Giannelli. Nel testo lo scrittore ricorda la drammatica vicenda di Sacco e Vanzetti, ricostruita con l’ausilio di fonti inedite che contribuiscono a delineare compiutamente il quadro storico dell’America di quegli anni, il processo-farsa e il significato che la tragedia dei due amici assunse nella memoria collettiva. Accanto ai temi dell’emigrazione, del razzismo, dell’intolleranza politica e della pena di morte, senza dimenticare la posizione di Mussolini e del fascismo, Tibaldo fa emergere, con un’attenta analisi delle lettere, le personalità dei due anarchici: i loro affetti, le speranze, i timori e la determinazione a difendere fino in fondo la propria innocenza e le proprie idee. Nel 1977, cinquant’anni dopo la loro morte, Michael Dukakis, governatore dello stato del Massachussets, riconobbe in un documento ufficiale gli errori commessi nel processo e riabilitò completamente la memoria dei due italiani.

Il Tirreno – Pistoia
20 Agosto 2009

Pistoia Ricorda Sacco E Vanzetti

MEMORIA GIUSTIZIATI NEGLI USA NEL 1927

PISTOIA - ricorda Sacco e Vanzetti in occasione dell’ottantaduesimo anniversario della morte dei due anarchici italiani, giustiziati sulla sedia elettrica il 23 agosto 1927 nel penitenziario di Charlestown, negli Stati Uniti, con l’accusa di omicidio di un contabile e di una guardia del calzaturificio «Slater and Morrill». Venerdì alle 21 nel giardino della caffetteria del Museo Marino Marini si terrà la presentazione del libro «Sotto un cielo stellato», di Lorenzo Tibaldo (Edizioni Claudiana, Torino 2008). Interverranno Roberto Barontini, presidente dell’Istituto storico della Resistenza, l’autore del volume e l'Associazione Sacco e Vanzetti. Durante la serata saranno eseguiti brani musicali e letture delle lettere di Sacco e Vanzetti dal carcere, a cura di Fabio e Ruggero Giannelli. Nel testo Tibaldo ricorda la drammatica vicenda di Sacco e Vanzetti, ricostruita attraverso fonti inedite che contribuiscono a delineare il quadro storico dell’America di quegli anni, il processo-farsa e il significato che la tragedia dei due amici assunse nella memoria collettiva. Accanto ai temi dell’emigrazione, del razzismo, dell’intolleranza politica e della pena di morte, senza dimenticare la posizione di Mussolini e del fascismo, Tibaldo fa emergere, con un’attenta analisi delle lettere, le personalità dei due anarchici: i loro affetti, le speranze, i timori e la determinazione a difendere fino in fondo la propria innocenza e le proprie idee. Nel 1977, cinquant’anni dopo la loro morte, Michael Dukakis, governatore dello stato del Massachussets, riconobbe in un documento ufficiale gli errori commessi nel processo e riabilitò completamente la memoria dei due italiani. L’iniziativa, che fa parte di «Un anno per far vivere la Memoria», è organizzata dal Comitato unitario per la difesa delle istituzioni repubblicane del Comune e dall’Istituto storico della Resistenza di Pistoia.

Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti arrivarono negli Stati Uniti nel 1908, senza conoscersi tra loro: Sacco aveva 17 anni, Vanzetti venti. Cercarono di cavarsela come molti immigrati, dedicandosi a tanti lavori. Si conobbero nel 1916, l’anno in cui Vanzetti guidò uno sciopero di operai, ed entrarono a far parte di un gruppo anarchico: vennero inseriti in una lista di sovversivi e spiati dalle autorità americane. Arrestati nel 1920 prima di un comizio organizzato per chiedere giustizia dopo la morte di un loro amico precipitato da un palazzo del ministero della giustizia, vennero accusati tra l’altro anche di aver ucciso il cassiere di una ditta e una guardia giurata nel corso di una rapina. Un’accusa che fin dall’inizio portò con sé troppe ombre. A nulla servirono — secondo la ricostruzione fatta da Wikipedia — la confessione del detenuto portoricano Celestino Madeiros, che scagiovana i due, né la campagna in loro difesa messa in campo di numerosi intellettuali.

La Nazione – Pistoia
19 Agosto 2009

venerdì 14 agosto 2009

Sacco & Vanzetti Day A Pistoia


L’associazione Sacco & Vanzetti e la signora Fernanda Sacco (nipote di Ferdinando Nicola Sacco), sono stati invitati a Pistoia dall’Istituto Storico della Resistenza di Pistoia per il “Sacco & Vanzetti Day” presso Caffetteria del Museo Marino Marini il 21 agosto 2009 alle ore 21:00.

All’incontro parteciperanno oltre a Fernanda Sacco Presidente Onoraria dell’Associazione Sacco & Vanzetti ONLUS, Roberto Barontini Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza di Pistoia e Lorenzo Tibaldo autore del libro “Sotto un cielo stellato”.

Scritture e musiche dell’evento a cura di Fabio e Ruggero Giannelli.

Associazione Sacco & Vanzetti ONLUS

sabato 8 agosto 2009

Visita Dello Scrittore Luigi Botta A Torremaggiore


Luigi Botta, saviglianese, nasce nel 1949. Compie gli studi artistici, liceo e Accademia Albertina di Belle Arti. Sin da giovane si trova occupato nell'attività dell'insegnamento, in qualità di docente di Educazione visiva e di Discipline pittoriche. Non disdegna però, anche con successo, intraprendere la strada delle arti visive. Fortemente impegnato in un settore d'avanguardia, sul finire degli anni '60 vince due volte l'ambita rassegna dei «Giovani Artisti» di Torino, partecipa alla biennale di Parigi, tiene personali a Torino, Milano ed altre città d'Italia e collettive in gallerie e musei di tutta Europa. Una sua incisione viene scelta dal Soprintendente nazionale come la più interessante realizzata in Italia nell'anno 1972, ospitata da allora nel Gabinetto Nazionale delle Stampe di Roma. Di lui si occupano numerosi critici ed alcune sue opere vengono pubblicate su cataloghi e periodici d'arte. Collezioni private e musei pubblici conservano alcuni suoi lavori di quegli anni. Realizza alcuni filmati sperimentali ed è invitato, seppure non vi partecipi per scelta, a presentarli in alcune tra le più importanti rassegna mondiali. Nel 1975, quando è sollecitato a proporre i propri interventi in Germania e per lui si stanno probabilmente aprendo, grazie ad un critico che ne segue passo passo il lavoro, le strade verso la Biennale di Venezia, cessa per scarsa convinzione questa attività.
Già parzialmente impegnato nel giornalismo, intensifica questo nuovo lavoro assumendo incarichi nel quotidiano «Gazzetta del Popolo». E' redattore e curatore delle oltre trecento puntate della rubrica «Monumenti da salvare». Eletto in comitato di redazione in rappresentanza dei corrispondenti e pubblicisti esterni, è per alcuni anni chiamato a svolgere attività sindacale e a contribuire insieme a Piero Bianucci, responsabile di «Tuttoscienze» ed autore di parecchi «titoli» di studi astronomici, ed Ezio Mauro, attuale direttore di «Repubblica», alla soluzione dei problemi di categoria.
È nel 1978 che pubblica il suo primo libro che riguarda il caso Sacco e Vanzetti. Finalista al premio «Acqui storia», il volume ottiene favorevoli recensioni in più Paesi e rimane ancor oggi, a distanza di oltre quattro lustri, il più importante ed aggiornato documento sui due italiani condannati a morte negli Usa.
Dirige poi i suoi sforzi alla scoperta dell'arte e della storia saviglianese. È il primo a codificare, con il libro «Piazza Vecchia», la necessità di ripristinare la centrale piazza Santa Rosa di Savigliano. Pubblica poi, sulla sua città, una trentina di volumi, alcuni dei quali con taglio storico ed altri più discorsivi. Tra questi «Tra le vecchie nuove mura», «Il Settecento a Savigliano», «Quattrocento anni di funzioni religiose», «Margarita», «Il palazzo del Maresco», «Savigliano senza tempo» ed altri. In contemporanea dirige il mensile «Natura Nostra» pubblicato per tredici anni con oltre duemila pagine date alle stampe, curando anche l'uscita dei «quaderni» della medesima collana.
Dedica cinque anni alla preparazione e stesura del più corposo volume pubblicato sulla provincia di Cuneo, quello intitolato «Cn», che raccoglie i testi di oltre cento autori.
Sposato con Carmen Levrone, è padre di due ragazzi gemelli, Alessandro e Federico, studenti superiori ed appassionati musicisti, suonatori rispettivamente di saxofono e di tromba. Giornalista pubblicista, è stato eletto consigliere comunale di minoranza a Savigliano. Tra le altre cose è presidente del Consiglio d'Istituto dell'Itg «Eula» e, per coinvolgimento familiare, presidente dell'Atletica Savigliano. È membro del Distretto scolastico di Savigliano, della Commissione biblioteca e della Fondazione Del Noce, entrambe con sede nella medesima città. Ha collaborato a suo tempo con La Stampa, Stampa Sera e numerosa pubblicistica locale. Ha anche interpretato «Saraset». È direttore responsabile di «Teleradio Savigliano» e di altre pubblicazioni minori ed è presente -perché citato per le sue attività e per i suoi testi- in numerosi siti Internet. È attivo nel settore della grafica e comunicazione. Chi lo conosce sa che non gli manca la fantasia, la creatività e la passione per la sua città, Savigliano.

Biografia tratta dal sito: http://digilander.libero.it/beggiamisavigliano/autori/botta.html

«Sacco e Vanzetti: giustiziata la verità», Edizioni Gribaudo, Cavallermaggiore, 1978

Con la prefazione di Pietro Nenni, il volume fa il punto, con piglio giornalistico e con ampio dettaglio d'indagine storica, sugli avvenimenti che hanno portato nel 1927 all'esecuzione capitale, nel Massachusetts, negli Usa, dei due anarchici italiani Bartolomeo Vanzetti e Nicola Sacco. Non limitandosi ad una disamina esclusivamente storica, il libro si completa con l'esame delle battaglie compiute nel mondo per la riabilitazione dei due innocenti. In appendice offre alcune testimonianze sul caso, compresa quella di Vincenzina Vanzetti.

venerdì 7 agosto 2009

Lettera Del Presidente Al Sindaco Di Riccione Pironi

Egr. Sig. Dott.
Massimo PIRONI
SINDACO
CITTA’ DI RICCIONE

Oggetto: Saluto sig.ra Maria Fernanda Sacco

Egregio Sig. Sindaco,
ho appreso la notizia dell’incontro avuto con la nostra Presidente Onoraria Maria Fernanda Sacco, quando ha voluto onorarci andandoLa personalmente ad incontrare presso l’Hotel Garden. Ne siamo tutti molto rallegrati, perché incontrare amministratori che riescono, nonostante gli impegni dovuti alla quotidianità dei problemi, a trovare il tempo di valorizzare i sentimenti più nobili che hanno fatto la storia del pensiero democratico è sempre motivo di gioia e di conforto verso un movimento democratico che può cambiare l’Italia.
Grazie, Sindaco.
Grazie alla Sua nobile città che già da tempo ha voluto onorare la memoria di Sacco e Vanzetti e che oggi vuole ancora rendere più bella ed accogliente quella piazza.
I migliori auguri a Lei ed alla Sua Amministrazione per il proseguimento di un mandato proficuo per la collettività da Lei amministrata e per tutti coloro che a Lei guardano con rispetto e fiducia.

Il Presidente
Dott. Matteo Marolla
Torremaggiore, 03.08.2009

P.S.: Le alleghiamo la tessera ad Honorem a Lei intestata ed altre cinque tessere da donare a coloro che si stanno impegnando nel progetto suindicato (di cui avrà cura di farci pervenire le generalità).

La Presidente Onoraria Salutata A Riccione Dal Sindaco Pironi


Sacco e Vanzetti, un’erede in vacanza a Riccione

Il sindaco incontra Fernanda, ultima nipote di Nicola Sacco, ingiustamente condannato a morte

Riccione – Fernanda, ultima nipote Nicola Sacco, sta passando le sue vacanze a Riccione e venerdì sera ha ricevuto la visita del sindaco Massimo Pironi. Sacco e Vanzetti, due cognomi tristemente famosi, uno degli errori giudiziari più clamorosi della storia moderna. Qualche giorno fa in Comune è giunta una lettera su carta intestata dell’hotel Garden di Riccione, di felicitazioni al neo sindaco, firmata da Fernanda Sacco, nipote di Nicola, ingiustamente condannato alla sedia elettrica assieme al connazionale Bartolomeo Vanzetti a Charlestown il 23 agosto 1927. Così il sindaco si è presentato all’hotel Garden per stringere la mano alla signora Fernanda, che ha subito saputo dell’esistenza della piazza intitolata allo zio e a Vanzetti e l’ha voluta visitare.

Corriere di Riccione
Domenica 26 luglio 2009

giovedì 23 luglio 2009

mercoledì 22 luglio 2009

venerdì 17 luglio 2009

lunedì 13 luglio 2009

Visita Di Una Delegazione Siciliana A Torremaggiore


Una delegazione proveniente dalla Sicilia (da Raccuja in provincia di Messina), ha fatto un lungo viaggio per incontrare Maria Fernanda Sacco ed i dirigenti dell'Associazione Sacco e Vanzetti.

L'incontro è stato molto proficuo ed è stato incentrato sull'attualità del sacrificio di Sacco e Vanzetti nella situazione storica di un'Italia che rischia di ricadere nell'odio razzista, scatenato dal clima di discriminazione e di ingiustizia creato dagli ultimi provvedimenti del Governo nazionale.

Al termine dell'incontro gli amici della Sicilia hanno chiesto ed ottenuto la Tessera all'Associazione Sacco e Vanzetti, che così riesce a testimoniare anche nella splendida isola per l'impegno politico e civile in difesa dei diritti umani e della pena di morte.

Momenti di vera commozione si sono vissuti quando con un bellissimo omaggio floreale è stato portato il saluto al Monumento a Sacco e Vanzetti nel cimitero comunale ed alla casa natale di Nicola Sacco, nel III vico del Codacchio.

Con il patto di reciproca amicizia sottoscritto, la delegazione ha invitato l’Associazione Sacco e Vanzetti e la signora Maria Fernanda Sacco a presentare in Sicilia la prossima edizione del suo libro: "I miei ricordi di una tragedia familiare".

L’Associazione
Sacco e Vanzetti

mercoledì 8 luglio 2009

Il Monumento

Il monumento dedicato a Sacco e Vanzetti è stato inaugurato a Torremaggiore il 14 e 15 novembre 1998. La base rappresenta la prua di una nave ad indicare l'emigrazione di massa dei primi anni del XX secolo. Nella parte anteriore è raffigurato il castello ducale di Torremaggiore ed il Codacchio, a significare il Paese di origine di Nicola Sacco e la sua casa natale sita proprio nel III vico del Codacchio. Nella parte posteriore è raffigurato il Paese dell'approdo: gli Stati Uniti d'America, con la statua della libertà e lo sky line dei grattacieli americani. Il tutto è sormontato da una lastra di granito nero, contornato da un profilato di acciaio a rappresentare i simboli della civiltà americana. Il grattacielo è slanciato verso l'alto, in granito nero a simboleggiare il lutto. Il riscatto è rappresentato dalla frase solenne dell’ex Governatore del Massachusetts Michael Dukakis scolpita nella facciata anteriore della lastra di granito.

venerdì 12 giugno 2009

Contro Il Razzismo, Solidarietà E Libertà


E' possibile scaricare il file in pdf da qui http://www.fdca.it/pdf/AAMcontro-razzismo2.pdf

sabato 16 maggio 2009

Libertà


(A Sacco e Vanzetti)

Lentamente stringo fra le mani
inchiostro e carta, parole e voci,
mentre una lacrima si insinua
tra le mie dita ferite
dal ricordo di una lontananza forzata,
da una povertà allontanata
con gli occhi chiusi per non guardarla,
con braccia serrate per non accorgliela,
con cuore triste per una morte ingiusta.
Lentamente stringo fra le mani
onore e rispetto, vita e libertà.
Mentre una lacrima bagna i miei occhi,
nei loro volti scorgo l’infinito.

Poesia scritta da Doriana Di Ponte
Liceo Classico “V. Lanza” Foggia

venerdì 8 maggio 2009

giovedì 2 aprile 2009

Un Ringraziamento A Tutti

Dopo le polemiche dei giorni scorsi, noi dell’associazione Sacco e Vanzetti diciamo GRAZIE di cuore a tutti quelli che ci hanno inviato messaggi di solidarietà, grazie a tutti quelli che ci sono stati vicini e grazie a tutti quelli che credono ancora in un mondo privo di ingiustizie.

Abbiamo ricevuto messaggi da tutto il mondo, dall’America, dalla Francia, dal Marocco, da Milano, da Udine, da Bergamo, da Foggia, da Torino, da Villafalletto, da Torremaggiore etc etc tutti coalizzati contro un ulteriore ingiustizia che segna la storia senza fine dei due anarchici.

La campagna di discriminazione che è stata messa in moto dall’Amministrazione Comunale del Comune di Torremaggiore è stata una brutta, anzi, bruttissima pagina della storia del paese che rimarrà negli annali dei libri di storia.

Così come nel 1927 l’ingiustizia si è ripresentata nelle parole e nei comportamenti del Sindaco di cui speriamo che da questa esperienza abbia imparato qualcosa!!!

sabato 28 marzo 2009

mercoledì 25 marzo 2009

Antonio Lombardo Federazione Anarchica FAI Cuneo Sul Gemellaggio Torremaggiore - Villafalletto

Fare un atto amministrativo tra due Comuni è affare loro e rientra nell'autonomia decisionale di queste istituzioni, se questi Comuni rappresentano i territori di nascita dei Sacco e Vanzetti è un puro fatto geografico, non credo stilino i loro documenti di normale amministrazione, dal certificato di nascita alle delibere di giunta, in nome di Sacco e Vanzetti solo perchè in questi Comuni i nostri sono nati. Averceli messi dentro per fare accordi commerciali, economici, di lustro all'immagine è pura strumentalizzazione di bassa politica che rovina quanto di positivo, di propositivo, di didattico si era costruito nel territorio e sopratutto nella popolazione riguardo ai temi civili ed umanitari che la vicenda di Sacco e Vanzetti aveva saputo, loro malgrado, svilupppare, dai temi dell'emigrazione, della selezione umana ai confini di stato, della segregazione, dello sfruttamento della manodopra immigrata, del razzismo, del bisogno dei diritti civili, delle lotte operaie, dell'internazionalismo del movimento operaio, del sindacalismo, della situazione carceraria, del bisogno impellente di abolire la pena di morte, della logica aberrante della giustizia di stato e della ragione di stato di fronte all'innocenza di uomini e donne perseguitati per la loro origine geografica "Mi accusate perchè sono italiano" dice Tumlìn e per loro idee "Mi accusate perchè sono un anarchico, ebbene sì , mì sun anarchic". Dal 1987 avevamo percorso un itinerario su questi temi, con un metodo didattico che ha creato condivisione lì dove Tuml'n è nato e non è stato capito. Bene ha fatto Giovanni Vanzetti, nipote di Tumlìn a ricordare la dignitosa figura di Vincenzina Vanzetti che per anni ha dovuto lottare, dal fascismo fino al 1977, per avere la Dichiarazione di Dukakis e far ricordare meglio, in bene, in modo propositivo, al proprio paese, il fratello. Bene ha fatto Fernanda Sacco, nipote di Nicola a gridare la verità di fronte al pressapochismo e alla superficialità colpevole di un politico locale. Si è costruito guardando alle idee di questi uomini, ricordiamo erano anarchici, antimilitaristi, per l'azione diretta, per l'autogestione e l'autonomia individuale e sociale di fronte ad ogni forma di potere, e di questo erano colpevoli e per questo sono stati assassinati. Si è costruito un percorso didattico in tanti anni di incontri anche personali a Villafalletto e si è costruito un laboratorio, una intera scuola, una rete di credibilità verso la memoria storica che ora non ha più bisogno di revisioni di processo poichè è acquisito, come per l'assassinio di Pinelli o di Serantini, che la violenza, quella logica, stà da una parte sola, dalla parte del potere. ed usare tutto questo per giustificare accordi commerciali, con una delibera istituzionale, usando il nome di Sacco e Vanzetti sà molto di schifezza. Non c'è nulla di etico, nulla che ricordi le idee, i comportamenti, le proposizioni, di due anarchici, quindi non dovevano essere usati i loro nomi per scopi diversi da una didattica umanistica. Per chi è storicamente corretto ed eticamente rispettoso ricordare che Sacco e Vanzetti erano anarchici, quindi colpevoli di esserlo, significa saper affrontare i temi, che la vicenda ci mette di fronte, da un punto di vista di incompatibilità tra due logiche, quella di stato e della ragion di stato con quella della solidarietà, uguaglianza e conflitto sociale conseguente. I comportamenti di uso commerciale della memoria stanno nella ragione di stato, Sacco e Vanzetti come tutti gli uomini e le donne che hanno coscienza del conflitto stanno insieme da questa parte. Gli anarchici, come avviene in questi giorni di lotta per denunciare i mille e mille Sacco e Vanzetti rinchiusi nei campi di concentramento razziali di quest'Italia, quali colpevoli di emigrazione, rispondono con le stesse idee e comportamenti per i quali Nicola e Tumlìn hanno pagato.

Antonio Lombardo
Federazione Anarchica FAI Cuneo

lunedì 23 marzo 2009

Continua Ad Evadere Dalle Sue Responsabilità

Ne eravamo sicuri, conoscendo il personaggio, l’uomo, il politico e l’Amministratore.
Eravamo sicuri che invece di far fronte alle sue gravi responsabilità e chiedere almeno scusa a Fernanda SACCO, che ha invitato solo ad una settimana dall’iniziativa e come uditrice (sotto le pressioni di chi gli ha fatto notare la gravità della cosa), senza alcun coinvolgimento diretto, senza chiedere scusa nemmeno a Giovanni VANZETTI, che non ha nemmeno invitato…la buttava in politica, sperando sempre di salvarsi offendendo la dignità dei suoi interlocutori e carpire la buona fede di chi non è a conoscenza dei fatti.
Mena il can per l’aia facendo la cronistoria di cose che nessuno ha mai messo in discussione e/o contestato.
Risponda invece a queste domande in maniera chiara:
1. è vero o non è vero che gli inviti a Fernanda Sacco ed all’Associazione sono stati recapitati solo a cose fatte, senza averli minimamente coinvolti in un’iniziativa che così avrebbe avuto altro significato ed altro successo?
2. è vero o non è vero che a Giovanni Vanzetti a tutt’ora non è stato recapitato alcun invito e, quindi, è stato completamente ignorato?
3. è vero o non è vero (abbiamo numerosi testimoni) che nell’atrio del Municipio Venerdì 20 marzo alle ore 18 circa hanno cercato di impedire a Fernanda SACCO di portare a conoscenza di alcuni partecipanti alla riunione le sue personali idee sull’argomento?
4. è vero o non è vero che nel nutrito programma non si è trovato lo spazio per un omaggio al monumento?
5. è vero o non è vero che la maggior parte delle Autorità invitate non è intervenuta alla cerimonia di sabato 21 marzo?
Chi si loda si sbroda! Queste domande anche nel ridicolo comunicato del primo cittadino sono rimaste senza risposta.

La Nipote Di Nicola Sacco "Una Pagina Nera Per La Città"


Una “pagina nera” per Torremaggiore nel giorno del gemellaggio della città con Villafalletto in onore di Sacco e Vanzetti: così la pensa la nipote di Nicola Sacco che scrive una lettera aperta al sindaco Alcide Di Pumpo accusandolo di “prepotenza” per aver deciso di non coinvolgere e rappresentare anche e soprattutto lei e l’Associazione “Sacco & Vanzetti” (di cui è presidentessa onoraria) nel programma della manifestazione dei giorni scorsi. Poche parole ma taglienti come il freddo di questa pazza primavera, quelle usate da Maria Fernanda Sacco, maestra elementare in pensione: «Come vedi non sono andata a nascondermi, come volevi. Per il gemellaggio, con la tua solita prepotenza hai voluto scartare me e l’Associazione che rappresento. E’ stato un boccone amaro da ingoiare». L’esclusione a dire il vero clamorosa e ingiustificabile, ha lasciato il segno: «Sai perché noi non potevamo partecipare al gemellaggio? Perché - prosegue la nipote di Sacco - la nostra Associazione è fondata su altri valori come pace, giustizia, libertà, unità, amore per il prossimo, tutti lontani dalla tua ideologia nefasta e persecutrice».

Michele Toriaco
La Gazzetta Di Capitanata

Di Pumpo Dimentica Gli Unici Nipoti Di Sacco E Vanzetti. Uno Scandalo!


Ferdinando Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti furono condannati alla sedia elettrica nel lontano 1927, giustiziati per un omicidio che non avevano commesso. Sacco e Vanzetti sono entrati nell’immaginario collettivo come protagonisti di una terribile ingiustizia perpetrata ai loro danni. Come molti sanno, Sacco era nato a Torremaggiore e Vanzetti a Villafalletto, un piccolo comune della provincia di Cuneo. Sabato Torremaggiore si fermerà per ricordarli e per rinnovare il gemellaggio con il paese piemontese, ma c’è un ma… L’insegnante Maria Fernanda Sacco e l’Associazione “Sacco e Vanzetti” non presenzieranno alla cerimonia di gemellaggio tra i Comuni di Torremaggiore e Villafalletto. Questo gemellaggio tra le due città, storicamente legate l’una all’altra, nasce in nome dei due anarchici uccisi a Charlestown negli States. “Con grande entusiasmo e di vero cuore l’Associazione avrebbe voluto contribuire al pieno successo della manifestazione – ha spiegato a l’Attacco, il Presidente Matteo Marolla -, se nella sua promozione e nella sua organizzazione ci fosse stato quantomeno il preventivo coinvolgimento (e l’adeguato riconoscimento nel programma) del ruolo fondamentale dei nipoti viventi dei due martiri. Maria Fernanda Sacco e Giovanni Vanzetti sono i testimoni viventi della memoria di una triste vicenda che ha segnato la storia del XX secolo e che è diventata per l’umanità intera il simbolo della lotta degli umili contro l’arroganza del Potere, contro l’ingiustizia, contro la sopraffazione e l’intolleranza”. In un comunicato l’Associazione spiega i motivi che hanno portato alla decisione di non presenziare all’evento di sabato: “Le loro città di origine nell’occasione del gemellaggio nel nome dei loro congiunti dovevano riservare loro il posto d’onore (così come è sempre stato nel passato), perché la Grande Storia dell’Umanità, quella fatta da coloro che da sempre hanno combattuto per l’uguaglianza, la giustizia, il bene comune e l’emancipazione dei popoli, questo ha riconosciuto ai loro cari. Invece abbiamo assistito dapprima al maldestro tentativo di ignorare completamente sia i parenti che l’Associazione ed in seguito ad un ravvedimento “forzato”, molto tardivo, che ha portato a notificare gli inviti, a programma fatto, e solo grazie alle forti pressioni di chi ha sentito il dovere di evitare un nuovo grave atto di intolleranza. Non a caso nel fitto programma è stato omesso l’atto più doveroso: l’onore al Monumento a Sacco e Vanzetti nel Cimitero Comunale, meta continua di visita e di omaggio da parte di studiosi, di cultori, di giovani e di veri democratici. Ci auguriamo che nel prossimo futuro delle due città gemellate si faccia tesoro anche di questa esperienza, affinché non si verifichino mai più episodi di discriminazione e di intolleranza”. Marolla ha esposto a l’Attacco tutto il suo sdegno per quanto successo, non risparmiando critiche al primo cittadino di Torremaggiore, Alcide Di Pumpo: “E’ un piccolo sindaco presuntuoso. Vuole brillare solo lui come se fosse l’unica stella nel firmamento”. Un fatto spiacevole insomma, che lascia l’amaro in bocca all’Associazione e soprattutto alla signora Fernanda. In passato, di manifestazioni in onore del suo illustre parente ce ne sono state. Molte delle quali fuori dalle mura cittadine, come a dire, “nessuno è profeta in patria”. In passato, ci furono eventi e commemorazioni. L’Associazione è attiva da due anni, fondata dalla nipote di Sacco, ed è stata protagonista di numerose manifestazioni tra il 2007 e il 2008. Quest’esclusione lascia sgomenti. L’Attacco ha sentito Fernanda Sacco: “Siamo esterrefatti e addolorati, sia io sia Bartolomeo Vanzetti. Non ci hanno invitato, eppure siamo gli ultimi nipoti in vita. Fino a una settimana fa non ci hanno calcolato, poi il sindaco ha fatto un po’ marcia indietro ma troppo tardi, dimostrando tra l’altro di essersi rifiutato di firmare l’invito a suo tempo. Se accettassimo, verremmo trattati come qualsiasi altra Associazione. Noi che da anni rendiamo omaggio a Sacco e Vanzetti. Verranno tanti estranei, gente invitata dal sindaco e noi, che siamo gli unici parenti, non ci saremo. Assurdo. Addirittura non è nemmeno prevista una visita al cimitero per commemorare Nicola Sacco. Niente. La verità – continua Fernanda -, è che al sindaco non gliene frega niente di Sacco e Vanzetti. Ne fa solo una questione politica. Nella sua vita non ha fatto altro che cambiare continuamente passando dall’udeur fino alla destra estrema. In paese lui e la sua famiglia sono conosciuti come “gli infamoni”.

Francesco Pesante
L'Attacco

domenica 22 marzo 2009

sabato 21 marzo 2009

A Torremaggiore Hanno Cercato Di Impedire Alla Nipote Di Nicola Sacco Di Comunicare Le Sue Idee

Il Sindaco di TORREMAGGIORE è stato capace di trasformare quello che doveva essere un atto di gemellaggio per simboleggiare l’amicizia e il legame tra due Comuni e due comunità, nei principi più nobili e alti espressi dal sacrifico dei due anarchici italiani, in una delle pagine più nere della storia di questa città.
Dapprima ha organizzato tutte le manifestazioni per il gemellaggio con Villafalletto, paese natale di ‘Trumlin’ Vanzetti, senza coinvolgere né l’associazione che porta il nome di ‘Sacco e Vanzetti’, né Maria Fernanda Sacco, nipote di Nicola, né Giovanni Vanzetti, nipote di Bartolomeo.
Poi ha cercato di impedire a Fernanda SACCO, una gagliarda signora di 76 anni, di portare a conoscenza dei partecipanti alla cerimonia di gemellaggio, che Lei conosceva, un suo personale pensiero (che si allega), su questo Sindaco e sulla manifestazione.
In nottata del tutto “casualmente” sono stati strappati due manifesti pubblicati a cura dell’Associazione.
Sul sito web del Comune si ha la sfacciataggine di parlare di una “cerimonia di grande successo”
A Torremaggiore siamo all’emergenza democratica: chi tace è complice di questi metodi e di questo modo scandaloso di gestire la cosa pubblica.
Facciamo appello a tutti i sinceri democratici di ogni colore politico affinché questi atti di intolleranza non abbiano più a ripetersi, affinché il povero piccolo ducetto locale rimanga isolato nella sua presunzione.
Solidarizziamo con Fernanda Sacco, con Giovanni Vanzetti e con tutti coloro ai quali il potere comunque camuffato e indegnamente rappresentato vuole negare il diritto di parola e di espressione.
A 82 anni dalla morte di Sacco e Vanzetti, occorre fare ancora molto per sconfiggere l’odio, l’ingiustizia, la discriminazione e l’intolleranza.

venerdì 20 marzo 2009

Sacco E Vanzetti Gaffe E Polemiche Per Le Celebrazioni


Una gaffe involontaria oppure una scelta discriminatoria premeditata da parte dell’amministrazione comunale? La domanda se la sono posta con un misto di rabbia e amarezza sia la presidentessa onoraria Maria Fernanda Sacco e sia il presidente Matteo Marolla dell’Associazione “Sacco & Vanzetti” che non è rappresentata nel programma ideato e curato dalla giunta guidata dal sindaco Alcide Di Pumpo che il 21 marzo firmerà in Municipio (ore 12) il “patto di gemellaggio e amicizia” fra Torremaggiore, città natale di Nicola Sacco, e Villafalletto (in provincia di Cuneo), dove nacque Bartolomeo Vanzetti. L’esclusione dell’Associazione “Sacco & Vanzetti” dalla cerimonia di gemellaggio e quindi di Maria Fernanda, maestra elementare in pensione e unica parente in vita a Torremaggiore di Nicola Sacco, ha dato scintilla alle polveri di una polemica che alcuni osservatori politici non esitano ad inquadrare nell’ottica di vecchie ruggini fra il sindaco Di Pumpo e Marolla, ex sindaco Ds e alleato nel 2002 dell’attuale primo cittadino fino al 2004, quando Di Pumpo sindaco organizzò il primo ribaltone (da centrosinistra a centrodestra) della storia politico-amministrativa di Torremaggiore. L’amarezza per l’esclusione è contenuta in una nota di Marolla: “L'insegnante Maria Fernanda Sacco e l’Associazione Sacco & Vanzetti non presenzieranno alla cerimonia di questo gemellaggio che nasce nel nome dei due nostri connazionali, anarchici, uccisi sulla sedia elettrica negli Usa il 23 agosto 1927. Con grande entusiasmo e di vero cuore l’Associazione avrebbe voluto contribuire al pieno successo della manifestazione, se nella sua promozione e nella sua organizzazione ci fosse stato quantomeno il preventivo coinvolgimento (e l’adeguato riconoscimento nel programma) del ruolo fondamentale dei nipoti viventi dei due martiri”. E la nota prosegue: “Maria Fernanda Sacco e Giovanni Vanzetti (il nipote di Bartolomeo, ndr) sono i testimoni viventi della memoria di una triste vicenda che ha segnato la storia del Ventesimo secolo e che è diventata per l’umanità intera il simbolo della lotta degli umili contro l’arroganza del potere, contro l’ingiustizia, contro la sopraffazione e l’intolleranza. Le loro città di origine, per questa occasione, dovevano riservare il posto d’onore (così come è sempre stato nel passato) a Maria Fernanda e a Giovanni, perché la grande storia dell’umanità, quella fatta da coloro che da sempre hanno combattuto per l’uguaglianza, la giustizia, il bene comune e l’emancipazione dei popoli, questo ha riconosciuto ai loro cari. Invece -conclude Marolla- abbiamo assistito dapprima al maldestro tentativo di ignorare completamente sia i parenti che la nostra Associazione, e poi ad un ravvedimento “forzato”, molto tardivo, che ha portato a notificare gli inviti, anche a noi, ma a programma già fatto, e solo grazie alle forti pressioni di chi ha sentito il dovere di evitare un nuovo grave atto di intolleranza”. Critica finale: “Non a caso nel fitto programma è stato omesso l’atto più doveroso: l’onore al Monumento a Sacco e Vanzetti nel cimitero comunale, meta continua di visita e di omaggio da parte di studiosi, di cultori, di giovani e di veri democratici. Ci auguriamo -stigmatizza Marolla- che nel prossimo futuro delle due città gemellate si faccia tesoro anche di questa esperienza, affinché non si verifichino mai più episodi di discriminazione e di intolleranza”. Nel monumento funebre, realizzato dall’amministrazione Marolla nel 1997, sono custodite le ceneri frammiste di Sacco e Vanzetti, così disposte, dopo la loro morte, dalla sorella di Vanzetti che le riportò in Italia da Boston.

Michele Toriaco
La Gazzetta Di Capitanata

“Non Dimentichiamo I Nostri Nick E Bart”


4 Domande A Giovanni Vanzetti

Bart era il fratello maggiore di suo padre. Giovanni Vanzetti, 69 anni, è rammaricato per le polemiche sul gemellaggio di sabato.

Lei ha ricevuto l’invito?

«No. Nessuno mi ha infornato dell’iniziativa. Alcuni mesi fa, parlando con gli amministratori di Villafalletto, mi era stato accennato di un gemellaggio con Torremaggiore. Nessuna conferma ufficiale. Tutto quello che so mi è stato riferito da Fernanda».

Condivide la protesta?

«E’ una questione di buon senso. Almeno loro, che vivono nella città dove si firma il gemellaggio, avrebbero dovuto essere invitati. Io, per motivi familiari, non avrei comunque potuto partecipare».

Solitamente viene coinvolto nelle iniziative in ricordo di Nick e Bart?

«Abito a Torino, ma con il Comune di Villafalletto c’è un buon rapporto di collaborazione. Quando ci sono manifestazioni mi avvertono e io partecipo molto volentieri. Nei mesi scorsi siamo andati ad Arona per una commemorazione».

Vanzetti non è un cognome qualsiasi?

«Quando dico come mi chiamo, in molti rispondono: “come l’anarchico’’. Allora spiego che era mio zio, rimangono increduli. Ci tengo a ricordare il loro sacrificio. Fino a una decina di anni fa, si parlava poco di loro, anche a Villafalletto. Ora invece l’interesse sta crescendo; ci sono ricerche storiche, documentari, trasmissioni televisive. C’è ancora chi fa dispetti alla tomba di mio zio, ad esempio rubandoci i vasi, ma c’è anche chi porta mazzi di fiori».

Carlo Giordano
La Stampa - Cuneo

Non C'è Pace Per Sacco E Vanzetti


Quello di sabato tra il Comune pugliese di Torremaggiore e Villafalletto, sarà un gemellaggio nel ricordo di Sacco e Vanzetti, senza, però, i familiari dei due anarchici, morti innocenti sulla sedia elettrica nel 1927, negli Stati Uniti. I parenti di Nick e Bart e l’associazione sorta nel nome dei due anarchici hanno annunciato chenon parteciperanno alla manifestazione nella città pugliese, dove nacqueSacco. «I familiari non sono stati coinvolti nella preparazione del gemellaggio - spiega Matteo Marolla, presidente Associazione Sacco e Vanzetti -. I nipoti, Maria Fernanda Sacco e Giovanni Vanzetti sono i testimoniviventi di una triste vicenda che ha segnato ilXX secolo. Si doveva riservare loro un posto d’onore. Invece, abbiamo assistito dapprima al tentativo di ignorare completamente i parenti e l’Associazione; in seguito a un ravvedimento “forzato’’, molto tardivo, che ha portato a notificare gli inviti, aprogrammacompletato». La delegazione di Villafalletto, città natale di Vanzetti, partirà venerdì per la Puglia.

«Spiace per queste polemiche - spiega il sindaco, Ilio Piana -. La nostra città è ospite, non spettava, quindi, a noi predisporre gli inviti. In tutte le iniziative su Sacco e Vanzetti abbiamo sempre invitato i parenti. Mesi fa siamo andati ad Arona per l’apertura di un centro dedicato a Nick e Bart e c’era anche il nipote di Vanzetti. Nel 2007 abbiamo invitato a Villafalletto Fernanda Sacco, che, però, non è venuta per motivi di salute. In ottobre saranno nostri ospiti per la controfirma del gemellaggio».

Carlo Giordano
La Stampa - Cuneo

Ringraziamento All'Assessore Della Regione Puglia Al Mediterraneo Silvia Godelli

L’associazione Sacco e Vanzetti e la signora Fernanda Sacco (nipote di Ferdinando Nicola Sacco), esprimono apprezzamento per la solidarietà dimostrata dall’assessore regionale al Mediterraneo Silvia Godelli.

Un grazie particolare all’assessore Silvia Godelli va per l’espressa vicinanza che ha mostrato nei confronti dell’associazione e della signora Fernanda Sacco.

Ci auguriamo quanto prima possibile, di incontrare formalmente l’assessore Silvia Godelli in future iniziative, e le riportiamo i nostri più coridali saluti.

Il Presidente
Dott. Matteo MAROLLA

Poveri Sacco E Vanzetti E Poveri Noi


La notizia è arrivata dalla nostre parti sotto forma di un lancio dell’agenzia Ansa. Poche e stringate righe, ma di quelle che lasciano l’amaro in bocca. Poche righe pesanti come macigni, incomprensibili e imperscrutabili come i misteri dell’animo umano. Dunque: sabato 21 marzo, a Torremaggiore, in provincia di Foggia, né l’associazione che porta il nome di ‘Sacco e Vanzetti’ né Maria Fernanda Sacco, nipote di Nicola, né Giovanni Vanzetti, nipote di Bartolomeo, parteciperanno al gemellaggio tra il comune pugliese e Villafalletto, paese natale di ‘Trumlin’ Vanzetti. Fa male, male davvero, vedere che siamo capaci di dividerci su tutto, finanche nel ricordo di coloro che morirono innocenti sulla sedia elettrica il 23 agosto del 1927 nel carcere di Charlestown, in Massachusetts, dopo un processo burla e sette anni di detenzione. Allora il mondo si divise: martiri in Europa, assassini in America. E oggi, a trent’anni dalla loro totale riabilitazione, avvenuta il 23 agosto del 1977, per volontà del governatore del Massachussetts Michael Dukakis allorché pronunciò la celeberrima frase: “Ogni stigma e onta venga per sempre cancellata dai nomi di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, dai nomi delle loro famiglie e discendenti”, ebbene, dicevamo, oggi torniamo a dividerci. Il motivo? Lo spiega Matteo Marolla presidente dell’associazione ‘Sacco e Vanzetti’ il quale giustifica la scelta (grave) di non partecipare al gemellaggio in virtù dell’omissione (grave) commessa dagli organizzatori che si ‘sono dimenticati’ di coinvolgere nell’organizzazione l’associazione stessa e i nipoti viventi dei due martiri: Maria Fernanda Sacco e Giovanni Vanzetti.

Sostiene Marolla: “I parenti sono stati ignorati completamente, salvo poi invitarli all'ultimo momento”. Inutile andare a cercare le colpe o evidenziare le possibili mancanze e il poco tatto di chi ha organizzato la manifestazione. Resta il fatto che sabato a Torremaggiore, con la delegazione di Villafalletto, l’atto di gemellaggio che simboleggia l’amicizia e il legame tra due Comuni e due comunità, e lo simboleggia nei principi più nobili e alti espressi dal sacrifico dei due anarchici italiani, avverrà all’insegna delle polemiche e delle divisioni. Possibile, ci si domanda, che noi italiani siamo sempre così bravi nel trovare la pagliuzza che ci divide e bravissimi nell’ignorare la trave che ci unisce? Evidentemente si, è possibile. Chi è cresciuto e ha tratto linfa vitale dalla tragica storia di Sacco e Vanzetti, chi si è commosso vedendo il film di Giuliano Montaldo con le straordinarie interpretazioni di Gian Maria Volontè (Vanzetti) e Riccardo Cucciolla (Sacco) e si è emozionato ascoltando la ballata di John Baez, non può che trasecolare di fronte a queste divisioni. Davanti al suo accusatore, Bartolomeo Vanzetti disse: “Mai, vivendo l’intera esistenza, avremmo potuto sperare di fare così tanto per la tolleranza, la giustizia, la mutua comprensione fra gli uomini. Il fatto che ci tolgano la vita, la vita di un buon operaio e di un povero venditore ambulante di pesce è tutto. Questo momento è nostro, quest’agonia è la nostra vittoria”.

Tolleranza, giustizia e comprensione fra gli uomini. Più o meno sono le stesse parole usate dal presidente Matteo Marolla, il quale, nello spiegare il diniego a partecipare sabato alla cerimonia, si augura che “non si verifichino mai più episodi di discriminazione e di intolleranza”, frase indirizzata, ovviamente, agli organizzatori del gemellaggio. Giova ricordare che Nicola Sacco, 36 anni, terminò di vivere alle ore 0.19 del 23 agosto 1927. Bartolomeo Vanzetti, 39 anni, che si avviò verso la sedia elettrica con passo deciso e uno sguardo beffardo di sfida stampato sul volto dicendo 'anduma' a chi andò a prenderlo in cella, morì sette minuti più tardi. Nessuna polemica, davvero, nei confronti di nessuno. Ma se anche Sacco e Vanzetti, vittime dell’intolleranza più bieca, dell’emarginazione e dell’odio dividono gli uomini che si incontrano nel loro ricordo, a cosa possiamo ancora credere?

Gianpiero Ferrigno
targatocn.it

sabato 14 marzo 2009

Comunicato Stampa Sul Gemellaggio Torremaggiore - Villafalletto


L’ins. Maria Fernanda SACCO e l’Associazione Sacco e Vanzetti non presenzieranno alla cerimonia di gemellaggio tra i Comuni di Torremaggiore e Villafalletto.
Questo gemellaggio tra le due città, storicamente legate l’una all’altra, nasce in nome di “Sacco e Vanzetti”, i due anarchici uccisi sulla sedia elettrica negli USA il 23 agosto 1927.
Con grande entusiasmo e di vero cuore l’Associazione avrebbe voluto contribuire al suo pieno successo, se nella sua promozione e nella sua organizzazione ci fosse stato quantomeno il preventivo coinvolgimento (e l’adeguato riconoscimento nel programma) del ruolo fondamentale dei nipoti viventi dei due martiri.
Maria Fernanda SACCO e Giovanni VANZETTI sono i testimoni viventi della memoria di una triste vicenda che ha segnato la storia del XX° secolo e che è diventata per l’umanità intera il simbolo della lotta degli umili contro l’arroganza del Potere, contro l’ingiustizia, contro la sopraffazione e l’intolleranza.
Le loro città di origine nell’occasione del gemellaggio nel nome dei loro congiunti dovevano riservare loro il posto d’onore (così come è sempre stato nel passato), perché la Grande Storia dell’Umanità, quella fatta da coloro che da sempre hanno combattuto per l’uguaglianza, la giustizia, il bene comune e l’emancipazione dei popoli, questo ha riconosciuto ai loro cari.
Invece abbiamo assistito dapprima al maldestro tentativo di ignorare completamente sia i parenti che l’Associazione ed in seguito ad un ravvedimento “forzato”, molto tardivo, che ha portato a notificare gli inviti, a programma fatto e solo grazie alle forti pressioni di chi ha sentito il dovere di evitare un nuovo grave atto di intolleranza.
Non a caso nel fitto programma è stato omesso l’atto più doveroso: l’onore al Monumento a Sacco e Vanzetti nel Cimitero Comunale, meta continua di visita e di omaggio da parte di studiosi, di cultori, di giovani e di veri democratici.
Ci auguriamo che nel prossimo futuro delle due città gemellate si faccia tesoro anche di questa esperienza, affinché non si verifichino mai più episodi di discriminazione e di intolleranza.

Il Presidente
Dott. Matteo Marolla

venerdì 13 marzo 2009

giovedì 5 marzo 2009

Come Associarsi


Per associarsi all'associazione Sacco E Vanzetti:

- potete recarvi presso la sede centrale dell'associazione a Torremaggiore (FG) in via Cairoli n°50 (angolo Piazza Gramsci) muniti di carta d'identità;

- scaricare, stampare il modulo (allegare copia di carta d'identità e/o altro documento di riconoscimento, quota d'iscrizione di euro 5,00) e inviarlo via posta ordinaria all'indirizzo:

Associazione Sacco E Vanzetti
via Cairoli 50
71017 Torremaggiore (FG)

- oppure per maggiori informazioni inviare una mail a info@saccoevanzetti.org.

L'iscrizione è aperta a tutti.

giovedì 12 febbraio 2009

Statuto Dell'Associazione

COSTITUZIONE, SEDE E DURATA

Art. 1 - Nel rispetto della Costituzione Repubblicana e delle norme del codice civile, è costituita, con sede in Torremaggiore, via Cairoli n. 50, in occasione dell’ottantesimo anniversario dell’uccisione dei due anarchici italiani avvenuta il 23 agosto 1927, nel penitenziario del Massachussetts (Usa), un’Associazione politico-culturale denominata “Sacco e Vanzetti”.

SCOPI, OBIETTIVI E FINALITA’

Art. 2 - L’associazione si fonda sull’adesione volontaria degli iscritti, non persegue finalità di lucro e/o speculative, ha durata illimitata e non partecipa alle competizioni elettorali.
Lo scopo principale dell’associazione è di mantenere vivo il ricordo del sacrificio di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, perché, ancora oggi, la riflessione su di esso contribuisce notevolmente ad educare le nuove generazioni ed a render il Pianeta più giusto per tutti i suoi abitanti. Essa intende adoperarsi affinché la loro vicenda, diventata per il mondo intero il simbolo dell’ingiustizia della pena di morte come condanna irreversibile, che non consente la riparazione dell’errore giudiziario, e quantomai attuale per il modo paradigmatico con cui evidenzia il clima di intolleranza e di odio dei cosiddetti integrati contro i diversi, per razza, religione, convinzione ideologiche. L’Associazione intende quindi perseguire i seguenti obiettivi fondamentali:

1. L’abolizione della pena di morte in tutti i Paesi del Mondo. All’uopo l’Associazione intende aderire alla Coalizione Mondiale contro la Pena di Morte, partecipare alla Giornata Mondiale Contro la Pena di Morte e farne propri gli scopi principali:
- Stimolare il dibattito pubblico sulla pena di morte;
- Rafforzare l'opposizione pubblica alla pena di morte;
- Mettere pressione sugli stati mantenitori affinché fermino le esecuzioni e aboliscano la pena di morte;
- Costruire legami con altre organizzazioni locali che aderiscono alla WCADP;
- Pubblicizzare l'esistenza e l'operato della WCADP;

2. L’affermazione della Cultura e della Pratica dell’integrazione sociale, della tolleranza, del rispetto reciproco tra uomini e donne, indipendentemente dalle diversità di età, sesso, censo, razza, religione, convinzioni ideologiche e filosofiche, diverse abilità fisiche e/o sensoriali, per favorire il completo sviluppo ed il pieno inserimento nella società civile, ad ogni livello, di tutti i cittadini, con conseguente rimozione di qualsiasi ostacolo, difficoltà e/o pregiudizio lesivo degli interessi e dei diritti degli stessi, anche con riferimento alle proprie condizioni personali e familiari;

3. La promozione e la valorizzazione della dignità dell’Uomo e della Donna, in quanto cittadini del Mondo, coabitanti di un Pianeta che è di tutti e per tutti, secondo i principi della pari opportunità, della libera circolazione delle Idee, nel rispetto delle regole della convivenza civile.

Art. 3 - L’attività dell’Associazione è finalizzata alla realizzazione degli obiettivi fondamentali, anche mediante attività di comunicazione, informazione ed editoriali, di studio e di ricerca, manifestazioni, dibattiti e, in generale, attraverso tutte le iniziative che riguardano tale scopo e che possono contribuire al suo raggiungimento.

L’Associazione potrà, inoltre, svolgere qualsiasi attività, di natura connessa ed accessoria, anche occasionale, che sarà ritenuta utile dagli Organismi competenti in materia, per il raggiungimento degli scopi dell’Associazione, come:
- Svolgere attività ricreative e culturali attraverso l’uso delle tecnologie via cavo quali internet e progetti pilota per la trasmissione televisiva tramite internet, appoggiandosi su televisioni autorizzate;
- Favorire la preparazione di tesi di laurea sulla vicenda di Sacco e Vanzetti;
- Raccogliere studi, documentari, film e pubblicazioni relative agli scopi statutari;
- Tenere corsi di formazione per conoscenze informatiche e utilizzo di personal computer;
- Svolgere attività culturali che abbiano per oggetto l’abolizione della pena di morte, la difesa dei diritti umani e civili;
- Svolgere attività di informazione per l’inserimento nella società degli extracomunitari;
- Collaborare con tutte le associazioni che hanno medesimi scopi e finalità;
- Promuovere l’arte pittorica, musicale e teatrale o qualsiasi attività artistica;
- Incentivare ogni forma di aggregazione, soprattutto giovanile e femminile.

L’Associazione potrà, altresì, per il raggiungimento dei propri scopi statutari, compiere attività in ogni modo connesse alle finalità di cui sopra per conto dei propri iscritti ed a favore di essi:
- Compiere qualsiasi operazione finanziaria, mobiliare ed immobiliare che abbia attinenza con lo scopo sociale;
- Promuovere iniziative culturali, editoriali, sociali e scientifiche tese a divulgare le finalità dell’Associazione, i servizi di assistenza e di informazione forniti dalla stessa a favore del mondo del lavoro e dei cittadini e ad eliminare ogni forma di discriminazione culturale e sociale;
- Promuovere, realizzare e patrocinare riunioni, conferenze, dibattiti, seminari, corsi di formazione e aggiornamento, studi di ricerche sulle problematiche connesse con i fini istituzionali dell’associazione.

L’Associazione può partecipare a Comitati nazionali ed internazionali che abbiano scopi analoghi od affini a quelli stabilità nel presente statuto e può aderire ad organizzazioni internazionali che perseguono finalità comuni. Per il raggiungimento delle finalità istituzionali l’associazione potrà svolgere attività commerciali connesse all’oggetto sociale.

PATRIMONIO ED ESERCIZIO FINANZIARIO

Art. 4 - Il patrimonio dell’Associazione è costituito:

- Da beni mobili ed immobili comunque acquistati dall’Associazione;
- Da eventuali fondi di riserva costituiti con gli avanzi di gestione;
- Da eventuali donazioni e lasciti destinati all’incremento del patrimonio.

Le entrate dell’associazione, da utilizzare per il suo funzionamento, sono costituite:

- Dalle quote associative, le cui entità è definita annualmente dal Consiglio Direttivo;
- Da eventuali contributi, donazioni e lasciti destinati all’incremento dell’attività salvo il disposto degli art. 600 e 786 del Codice civile;
- Da sottoscrizioni volontarie;
- Da versamenti dello Stato, delle Regioni, delle Province, dei Comuni, degli Enti Locali, dei Ministeri, degli Assessorati, della Comunità Economica Europea ed Enti Nazionali e Sopranazionali in genere, erogati per l’attività svolta dall’Associazione per il conseguimento degli scopi istituzionali;
- Da ogni provento consentito dalla legge;
- Da proventi di altre eventuali attività connesse esercitate.
- E’ comunque fatto tassativo divieto all’associazione di distribuire, anche in modo indiretto, utili e/o avanzi di gestione, nonché fondi, riserve o parti del proprio patrimonio durante la vita dell’associazione stessa, salvo che la destinazione e la distribuzione non siano imposte dalla legge. Le quote o contributi associativi sono intrasmissibili, ad eccezione dei trasferimento a causa di morte e non sono in alcun caso rivalutabili.

ASSOCIATI

Art. 5 - L’Associazione è composta da persone fisiche, Enti Pubblici e Privati, da associazioni, fondazioni, circoli, gruppi di studio e di ricerca, riviste ecc…, che ne possono diventare associati. La struttura organizzativa dell’Associazione, in ogni sua istanza, deve costantemente mirare a promuovere la più attiva partecipazione degli iscritti, i quali condividono i principi fondamentali dello Statuto e della Carta Costitutiva e s’impegnano per realizzarli.
Possono associarsi tutti coloro che, senza distinzione alcuna di razza, sesso e religione abbiano interesse agli scopi dell’Associazione. Possono altresì associarsi le persone giuridiche nazionali e sopranazionali, pubbliche e private e le altre Associazioni od Enti aventi scopi o finalità analoghi od affini. La domanda di ammissione quale associato dovrà essere presentata dai soggetti sopra indicati al Comitato Direttivo.

Gli associaci si distinguono in:

- ASSOCIATI FONDATORI che sono quelli che hanno sottoscritto l’atto costitutivo, o comunque promosso la nascita dell’Associazione, nonché gli associati cui sia conferita tale qualifica dal Consiglio Direttivo per aver contribuito in modo straordinario al perseguimento dei fini dell’Associazione;

- ASSOCIATI ORDINARI che sono le persone fisiche e giuridiche e gli Enti che possono contribuire al perseguimento degli scopi dell’associazione e che vogliono o possono partecipare all’attività dell’associazione o fruiscono dei servizi forniti dalla medesima purché siano in regola con il pagamento della quota associativa nell’ammontare stabilito, anno per anno, dal Consiglio Direttivo;

- ASSOCIATI ONORARI sono coloro che hanno solo la funzione di finanziare l’Associazione, non hanno nessun potere di voto.


DIRITTI E DOVERI DEGLI ASSOCIATI E CESSAZIONE DALLA QUALITA’ DI ASSOCIATO

Art. 6 - Tutti gli Associati hanno uguali diritti ed hanno diritto di voto nelle assemblee, tranne gli associati onorari.
Ogni associato, purchè maggiorenne, ha diritto ad un singolo voto per l’approvazione e le modificazioni dello Statuto e dei regolamenti e per la prima nomina degli organi direttivi dell’associazione.

Art. 7 - Tutti gli associati, singoli o collettivi, concorrono al mantenimento dell’associazione mediante il conferimento di quote associative di adesione annuali e straordinarie, la cui determinazione, per l’ammontare minimo e le modalità di conferimento, spetta agli Organi Dirigenti, di cui agli articoli seguenti. Il regolare pagamento delle quote associative è condizione per l’esercizio di tutti i diritti connessi alla qualità di iscritto. Tutti gli associati sono tenuti all’osservanza del presente statuto, degli eventuali regolamenti interni e delle deliberazioni degli organi sociali.

Art. 8 - La qualità di associato si perde per morte, per dimissioni, notificate per iscritto tramite posta ordinaria al Presidente, per morosità e per radiazione in seguito a gravi e ripetute azioni contrarie alle finalità dell’associazione; la decadenza per morosità deve essere deliberata dal comitato direttivo tramite affissione presso la sede.

ORGANI DELL’ASSOCIAZIONE

Art. 9 - Gli organi dell’Associazione sono:

- Presidente Onorario
- L’Assemblea Generale degli Associati;
- Il Comitato Direttivo;
- Il Collegio dei revisori dei Conti.

PRESIDENTE ONORARIO

Art. 10 - Presidente Onorario dell’Associazione è l’ins. Maria Fernanda Sacco, non solo perché erede del cointestatario Nicola Sacco, ma per l’enorme impegno profuso per tutta la sua vita nella causa della Riabilitazione giudiziaria di Sacco e Vanzetti, per mantenere alto il loro ricordo ed il loro esempio, a livello nazionale ed internazionale, collaborando senza riserva con studiosi e ricercatori seriamente motivati e coinvolgendo sempre le nuove generazioni.

ASSEMBLEA GENERALE DEGLI ASSOCIATI

Art. 11 - L’Assemblea Generale degli Associati è presieduta dal Presidente che provvede alla sua convocazione. In assenza di questi l’assemblea sarà presieduta da un associato eletto dall’assemblea stessa. Ad ogni seduta è nominato un segretario che può essere anche un estraneo. Delle riunioni dell’assemblea si redige un verbale firmato da chi la presiede e dal segretario. L’assemblea deve essere convocata, oltre con l’affissione dell’ordine del giorno dettagliato, da spedire a mezzo posta ordinaria, e/o e-mail e/o sms a tutti gli associati almeno otto giorni prima della riunione, ovvero, se il numero degli associati fosse così rilevante da giustificarlo, mediante ed alternativa forma di pubblicità. Nell’avviso di comunicazione dovrà essere indicato, oltre agli argomenti posti all’ordine del giorno in discussione, il luogo e l’ora della riunione la quale può avvenire anche fuori dalla sede sociale. Tutti gli associati, riuniti in assemblea, approvano il rendiconto economico e finanziario ed eleggono il Comitato Direttivo. E’ pure di competenza dell’assemblea deliberare le modifiche del presente statuto e lo scioglimento dell’associazione. L’Assemblea potrà altresì essere convocata su domanda motivata e firmata da almeno un decimo di tutti gli associati a norma dell’art. 20 del Codice Civile, in quest’ultimo caso i richiedenti devono motivare la loro richiesta ed indicare esattamente gli argomenti che intendono sottoporre all’eventuale approvazione dell’assemblea, che deve essere convocata entro e non oltre trenta giorni dalla richiesta. L’assemblea in prima convocazione, sia ordinaria che straordinaria, è validamente costituita in prima convocazione, se interviene almeno la metà più uno degli iscritti, in seconda convocazione qualunque sia il numero degli associati presenti o rappresentati. Le deliberazioni dell’assemblea, sia ordinaria sia straordinaria, sono assunte, se non diversamente stabilito dal presente Statuto, con voto favorevole della maggioranza degli intervenuti.
E’ ammessa la facoltà di farsi rappresentare alle assemblee soltanto da altro associato mediante delega sottoscritta dal delegante.

CONSIGLIO DIRETTIVO

Art. 12 - Il Consiglio Direttivo è composto da un numero variabile di membri, da tre a quindici, scelti esclusivamente tra gli associati e che durano in carica quattro anni e sono rieleggibili.
In caso di dimissioni di un Consigliere, il Consiglio stesso provvede alla sua sostituzione chiedendone la convalida alla prima Assemblea utile.
Il Consiglio nomina nel proprio seno un Presidente e può nominare un Vice Presidente, un Segretario ed un Tesoriere.
Se nominato, il Segretario curerà la regolare tenuta della documentazione di tipo amministrativo inerente all’Associazione mentre, il Tesoriere, provvederà a gestire la cassa e le entrate correnti dell’associazione stessa. Il tesoriere potrà essere delegato, con apposita e specifica delibera del Consiglio Direttivo, ad operare sui conti correnti dell’Associazione presso Banche ed Uffici Postali.
Il consiglio Direttivo stabilisce l’ammontare della quota associativa annuale, gestisce ed amministra il patrimonio dell’Associazione in via Ordinaria e Straordinaria, deliberando tra l’altro, per l’acquisto, l’alienazione e la permuta dei beni ed immobili, per la richiesta di finanziamenti, mutui ed aperture di credito in genere, per la concessione di garanzie reali e per l’adesione dell’associazione ed altre Associazioni ad altri Enti in genere e per la stipula di convenzioni.
Provvede a tenere ed aggiornare un registro nel quale deve essere riportato l’elenco degli associati.

Art. 13 - Il Consiglio Direttivo è convocato dal Presidente, o da chi lo sostituisce, per tutte le volte che questi lo riterrà utile, quando ne sia fatta richiesta motivata da almeno un terzo dei consiglieri. Le adunanze si ritengono legalmente costituite, in prima convocazione, quando ad esse intervengono la maggioranza dei Consiglieri eletti. In seconda convocazione le adunanze sono legalmente costituite con qualunque numero di Consiglieri eletti intervenuti. Le deliberazioni sono prese a maggioranza dei voti presenti.

RAPPRESENTANZA DELL’ASSOCIAZIONE

Art. 14 - La firma e la rappresentanza dell’Associazione spettano al Presidente del Consiglio Direttivo, il quale può compiere tutti gli atti che rientrino nell’oggetto sociale e può, tra l’altro, stipulare atti giuridici, richiedere affidamenti presso Banche ed Istituti di Credito, riscuotere somme a qualsiasi titolo dovute o erogate, rilasciando liberatoria quietanza.
Può rilasciare procure per singoli atti o categorie di atti.
In caso di assenza o impedimento il Presidente può delegare la firma al Vice Presidente o ad altro Consigliere, di ciò se ne scriverà menzione nel libro verbali del Consiglio Direttivo.

RENDICONTO ECONOMICO FINANZIARIO E COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI

Art. 15 - L’assemblea generale degli associati deve approvare ogni anno il rendiconto economico e finanziario dell’associazione. Gli eventuali attivi di bilancio dovranno essere reinvestiti in opere di attività volte a perseguire i fini sociali.
Il Consiglio Direttivo entro e non oltre il giorno 15 (quindici) del mese di aprile, dopo aver provveduto ad approvare e depositare presso la sede dell’associazione il rendiconto economico finanziario a consuntivo per l’anno precedente convocherà l’assemblea ordinaria, a mezzo posta ordinaria, e/o e-mail e/o sms inoltrati a tutti gli associati o in alternativa mediante altra forma idonea di pubblicità, per l’approvazione ovvero, se il numero degli associati fosse così rilevante da giustificarlo, mediante idonea ed alternativa forma di pubblicità. La gestione dell’Associazione può essere controllata dal Collegio dei Revisori dei Conti, costituito da tre membri, eletti anche tra i non soci dall’Assemblea generale degli associati per la durata di quattro anni.
I Revisori dei Conti accertano la regolare tenuta della contabilità sociale, redigeranno una relazione ai bilanci annuali, potranno accertare la consistenza di cassa e l’esistenza dei valori e di titoli di proprietà dell’associazione.
Di ogni attività del Collegio dovrà compilarsi il verbale.
Il Collegio elegge il Presidente che dura circa quattro anni ed è rieleggibile.
Il Collegio partecipa senza diritto di voto alle adunanze delle assemblee e del Consiglio Direttivo.

SCIOGLIMENTO

Art. 16 - Lo scioglimento dell’Associazione può avvenire per l’impossibilità di continuare l’attività e di perseguire la finalità statutarie o nelle ipotesi previste dal Codice Civile.
Lo scioglimento dell’associazione è deliberato dall’Assemblea degli associati.
In caso di scioglimento, l’Assemblea dovrà provvedere alla nomina di uno o più liquidatori e stabilire i criteri di massima per la devoluzione del patrimonio residuo che dovrà essere devoluto ad altra associazione con finalità analoghe o ai fini di pubblica utilità, sentito l’organismo di controllo di cui all’art. 3, comma 190, della legge 23 dicembre 1996, n. 662 salvo diversa destinazione imposta dalla legge.

DISPOSIZIONI GENERALI

Art. 17 - Per meglio disciplinare il funzionamento interno e per programmare e d attuare le iniziative, l’Associazione potrà anche predisporre un apposita regolamento interno.
Per quanto non previsto nel presente statuto valgono le norme del Codice Civile.
 
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