sabato 3 dicembre 2011

Servizio TGR RAI Campania 30 Novembre 2011 Convegno Napoli

Intervento Presidente Matteo Marolla Al Convegno Di Napoli

giovedì 17 novembre 2011

martedì 8 novembre 2011

Lo Stato (Non) Uccide - Giornata Contro La Pena Di Morte


Sacco e Vanzetti: Il ricordo di Nicola Sacco nel cuore della nipote Fernanda www.saccoevanzetti.org Giovedì 10 Novembre ore 15:00 nell'aula tesi della Facoltà di Giurisprudenza di Teramo, AMNESTY INTERNATIONAL in collaborazione con l'Università degli studi di Teramo e l'Associazione Sacco&Vanzetti di Torremaggiore (FG) presenta l'evento"LO STATO (non) UCCIDE" - Giornata contro la pena di morte con la proiezione del film "Sacco e vanzetti" (ore 15:00) di Giuliano Montaldo con Gian Maria Volonté e Riccardo Cucciolla. A seguire interverranno ANTONIO MARCHESI, docente di Diritto Internazionale dell'Università Di Teramo e ANGELA LOBASCIO Amnesty Teramo, con la speciale partecipazione e testimonianza della nipote di Nicola Sacco, FERNANDA SACCO, accompagnata da una delegazione dell'Associazione "Sacco&Vanzetti" di Torremaggiore (FG), città natale di uno dei due anarchici italiani condannati a morte, nonostante le prove che li scagionavano e uccisi sulla sedia elettrica il 23 agosto 1927, nel penitenziario del Massachussetts (Usa). AMNESTY INTERNATIONAL, sin dal 1961, si occupa di denunciare tutte le violazioni dei diritti umani nel mondo e la battaglia più grande che da sempre combatte è quella CONTRO LA PENA DI MORTE di cui lo scorso 10 Ottobre è stata la giornata mondiale. AMNESTY TERAMO, anche se in tempi diversi vuole ricordare, attraverso la storia di Sacco e Vanzetti, le violazioni perpetrate ancora oggi da alcuni Stati contro gli esseri umani.

venerdì 30 settembre 2011

venerdì 9 settembre 2011

giovedì 8 settembre 2011

mercoledì 7 settembre 2011

giovedì 25 agosto 2011

L'Intervento Di Arianna Ballotta Al Sacco And Vanzetti Memorial Day 2011

SACCO & VANZETTI MEMORIAL DAY
Torremaggiore (Foggia) 23 agosto 2011

Desidero innanzi tutto ringraziare l’associazione Sacco & Vanzetti
per avermi dato, per il secondo anno consecutivo, la possibilità di
partecipare a questo evento. Ringrazio altresì tutti coloro che
l’hanno patrocinato e materialmente reso possibile e, naturalmente,
tutti i presenti.

Mi sembra doveroso dedicare quest’anno questo evento alle vittime
dei due recentissimi attentati terroristici che hanno sconvolto la
Norvegia ed il mondo intero. Uno dei Paesi più evoluti al mondo, si
è trovato ad affrontare un dolore immenso, un dramma mai
affrontato prima. I nostri pensieri sono rivolti alle vittime ed ai loro
famigliari, a cui va il nostro profondo cordoglio, con la speranza
che, nonostante lo sgomento e la paura, civiltà e democrazia
prevarranno e che tali atti ignobili non modificheranno il tessuto
della società norvegese, esempio di apertura ed integrazione.
Al contempo, ricordare il martirio di Nicola Sacco e Bartolomeo
Vanzetti mi sembra ancor più importante e significativo in un
momento di particolare fermento politico e sociale in molti Paesi
arabi (ma non solo). Un momento in cui, finalmente, diversi popoli
hanno sentito e stanno sentendo forte l’esigenza di pace, salvezza,
uguaglianza, lotta in difesa delle libertà e dei diritti civili e sociali
elementari (cibo, acqua, diritto alla casa e all’istruzione, diritto al
lavoro). I diritti che ogni essere umano ha, incontestabilmente,
indipendentemente dal luogo in cui è nato, dal colore della sua
pelle, dal suo sesso, dalla sua religione, dalla sua appartenenza
politica, dal suo status economico. E il primo fra tutti i diritti
inviolabili di ogni essere umano è il diritto alla vita. Ecco perché
proprio la tragedia dei due italiani uccisi da un governo straniero,
colpevoli non di rapina e omicidio, ma unicamente di essere italiani
ed anarchici, si lega indissolubilmente alla lotta contro la pena
capitale nel mondo.

Pena di morte, ossia omicidio legalizzato: una punizione crudele,
disumana, degradante ed assolutamente inutile e superata nel
nostro secolo; una punizione irrevocabile spesso comminata a
seguito di processi iniqui, inflitta anche a persone innocenti, una
punizione che non ha alcun effetto deterrente ed usata in modo
assolutamente sproporzionato nei confronti di poveri, emarginati,
minoranze etniche e fin troppo spesso usata anche come strumento
di discriminazione e repressione nei confronti di persone non
gradite ed oppositori politici.

Che la pena capitale venga utilizzata solo nei confronti di incalliti
criminali e/o per crimini particolarmente efferati, come molti spesso
tendono a pensare, non è affatto vero. Vi sono Paesi in cui si può
essere condannati a morte per reati di natura economica, per reati
legati alla droga, per adulterio, per blasfemia, per apostasia, o
come detto poc’anzi anche per reati politici o d’opinione, e persino
per “attività religiosa”.

Ed è vero che in un Paese come gli USA, ad esempio, si puo’ essere
ancora condannati a morte pur essendo affetti da malattia mentale.
Pensate che nel 2002 la Corte Suprema degli USA ha dichiarato
incostituzionale la pena capitale nei confronti di persone affette da
ritardo mentale, ma l’ha lasciata comunque applicabile in tutti gli
altri casi di malattia mentale.

Così come è purtroppo vero che nonostante la Convenzione ONU
sui Diritti dell’Infanzia proibisca la pena di morte nei confronti di
persone con meno di 18 anni di età all’epoca del crimine, ancora
oggi vi sono Paesi che la applicano in simili casi. Nel 2010 e nei
primi sei mesi del 2011 in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti,
Mauritania, Egitto e Sudan sono state emesse (ma per fortuna non
ancora eseguite) condanne a morte nei confronti di minorenni. Ed
anche in Iran nello stesso periodo sono state comminate e
purtroppo eseguite diverse condanne a morte nei confronti di
minori all’epoca del reato.

Ma ecco perché noi siamo qui oggi, ecco perchè è particolarmente
importante, adesso, rilanciare questa battaglia, perché le
prospettive di abolizione sono oggi più favorevoli che mai, proprio
grazie a quanto sta accadendo in quei Paesi arabi dove ci si sta
avviando verso riforme democratiche ed umanitarie impensabili
solo fino a poco tempo fa.

Il Marocco, ad esempio, ha approvato una nuova Costituzione che
– per la prima volta nella storia del Paese - sancisce il diritto alla
vita come diritto fondamentale; la Tunisia ha annunciato la ratifica
dei più importanti trattati internazionali, dallo Statuto di Roma sulla
istituzione della Corte Penale Internazionale ai due protocolli
addizionali al Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, tra cui
quello relativo all’abolizione della pena di morte; in Giordania ed
in Libano non si registrano esecuzioni capitali da alcuni anni; altri
Paesi, prima sempre contrari alla Risoluzione ONU sulla moratoria
della pena capitale, come Bahrein, Oman, Emirati Arabi e
Mauritania, non si sono opposti alla nuova Risoluzione approvata
al Palazzo di Vetro, e l’Algeria l’ha addirittura co-sponsorizzata!
In merito alla Risoluzione, vale la pena fare una precisazione. E’
vero, come spesso qualcuno fa notare, che la stessa non è
vincolante e che le Nazioni Unite non possono imporre a nessun
Paese membro di abolire la pena di morte (lo prevede il loro stesso
Statuto), ma il peso politico e quello morale del testo della
Risoluzione, che stabilisce che la pena capitale è una questione
riguardante i diritti della persona e non della giustizia interna di uno
Stato, sono innegabili.

E comunque – e questo ci dà speranza e ci spinge ad agire con
sempre maggior vigore - il sostegno globale verso l’abolizione della
pena di morte sta indiscutibilmente crescendo ed il trend positivo si
è confermato sia nel 2010 che nei primi sei mesi del 2011, come
messo in evidenza dal recentissimo Rapporto di Nessuno Tocchi
Caino.

Purtroppo però, c’è anche una nota dolente, ossia pur essendo
sceso il numero di Paesi mantenitori (attualmente ancora 42 contro
i 54 del 2005 ed i 70 del 2002), è aumentato il numero delle
esecuzioni nel mondo passando dalle almeno 5.837 del 2010 alle
almeno 5.735 del 2008 (in verità, il numero reale delle persone
giustiziate è probabilmente molto più alto, in quanto in alcuni Paesi
- come la Cina, il Vietnam e la Bielorussia, solo per citarne alcuni -
vige il segreto di Stato e non è certezza alcuna in merito ai dati
forniti su tale fenomeno). Il numero più alto di esecuzioni a cui
accennavo poc’anzi è dovuto principalmente al forte aumento di
esecuzioni in Corea del Nord (dove sono triplicate) ed in Iran (dove
viene applicata la Sharia).

Esaminando i dati per continente, pur senza entrare nei dettagli,
come negli anni scorsi è sempre l’Asia a riconfermarsi come il
continente dove si pratica la quasi totalità delle esecuzioni capitali,
di cui circa 5.000 nella sola Cina (comunque in calo rispetto agli
anni precedenti).

Le Americhe sarebbero un continente praticamente libero dalla
pena di morte, se non fosse per gli Stati Uniti, l’unico Paese del
continente – ed unica democrazia occidentale - che continua ad
utilizzare la pena capitale. Nel periodo preso in esame negli Stati
Uniti nessuno Stato “abolizionista” ha reintrodotto la pena di morte,
ma due Stati che non compivano esecuzioni da molto tempo ne
hanno compiuta una: lo Utah ha compiuto la prima dal 1999
(tramite fucilazione, che non veniva usata negli USA dal 1996) e
Stato di Washington ha effettuato la prima esecuzione dal 2001.
In totale gli USA hanno compiuto 46 esecuzioni in 12 Stati nel
2010 e 25 in 9 Stati nei primi mesi del 2011, ed i condannati in
attesa di esecuzione attualmente sono oltre 3.200. Attualmente
sono 16, su 50, gli Stati americani senza pena di morte e reggono
ancora le moratorie che si sono determinate de facto in 10
giurisdizioni in cui vige la pena di morte ma dove non vengono
compiute esecuzioni da almeno 10 anni.

In Africa, nel 2010 la pena di morte è stata eseguita in soli 6 Paesi.
In Europa, la Bielorussia, dove le esecuzioni sono state almeno 4
nel periodo preso in esame, continua a costituire l’unica eccezione
in un continente altrimenti totalmente libero dalla pena di morte.
Passi significativi nella direzione indicata dalle Nazioni Unite sono
anche la riduzione dei reati capitali approvata in Cina ed in Vietnam
e le migliaia di commutazioni di sentenze di morte decise in
Pakistan, in Kenia, in Etiopia e in Birmania, che pur non preludendo
all’immediata abolizione della pena capitale o a radicali
cambiamenti politici e democratici, rappresentano di certo un
considerevole numero di vite umane salvate.

E’ anche significativo notare che le abolizioni della pena di morte
degli ultimi anni sono avvenute in Africa ed in particolare in Paesi
come il Ruanda e il Burundi, luoghi simbolo di un continente
travagliato che ha visto di recente tragedie inenarrabili come
genocidi, esecuzioni sommarie, mutilazioni e stupri di massa.
Eppure, nonostante tali tragedie, in questi Paesi si è stati in grado
di scegliere la giustizia anziché la vendetta, istituendo tribunali ad
hoc o a giurisdizione universale che escludono il ricorso alla pena di
morte. Come avvenuto in Sud Africa al termine dell’apartheid.
Ed è così che deve essere in un Paese che voglia considerarsi civile.
Noi della Coalizione Italiana contro la Pena di Morte Onlus
(www.coalit.it) - ormai conosciuta come COALIT, il suo acronimo -
riteniamo che la giustizia non debba mai essere perseguita con
spirito di vendetta, bensì con un’equilibrata gestione delle forze che
operano all’interno della società e che ogni comunità debba essere
in grado di assicurare processi equi, certezza della pena,
opportunità di riabilitazione, bilanciando così l’esigenza dei
famigliari delle vittime ed il rispetto di quegli stessi valori che
reclamano un atto di giustizia.

Per chi non ci conoscesse, ecco qualche veloce informazione (chi
volesse approfondire, può contattarci in seguito via e-mail): COALIT
è un’associazione senza scopo di lucro, apolitica e apartitica,
formata unicamente da volontari, il cui scopo principale è quello di
formare ed informare i cittadini italiani e stranieri sui temi della
legalità, di raccogliere e divulgare notizie sull’abuso dei diritti umani
nel mondo e soprattutto di promuovere azioni di protesta e
campagne di informazione sulla pena di morte, che nella stragrande
maggioranza dei Paesi che ancora la applicano, rappresenta
soltanto il tragico epilogo di una serie di gravissimi abusi e
violazioni di tali diritti.

Intratteniamo regolari contatti e rapporti di collaborazione con altre
associazioni abolizioniste in Italia ed all’estero, associazioni dei
famigliari delle vittime, associazioni di legali volontari, nonché
rapporti diretti con le donne e gli uomini detenuti nei bracci della
morte, che – laddove possibile - visitiamo personalmente con
regolarità. E vi assicuro che stabilire un contatto diretto, che spesso
si trasforma in vera amicizia, con persone dimenticate dal mondo
ed etichettate come mostri è un’esperienza umana indescrivibile ed
estremamente arricchente, anche se quando arriva il momento
dell’esecuzione, il dolore è forte ed ogni volta si rinnova.
Per noi la lotta in difesa della vita e della dignità di ogni essere
umano è una sorta di missione. Al di là delle questioni etiche e
morali che, a nostro modo di vedere, rendono la pena di morte
sempre e comunque inaccettabile, la giustizia umana è fallace,
come possiamo dimenticarlo? E non si può giocare con la vita di
altri esseri umani. Questo vale quando si parla di pena di morte, ma
vale anche da noi dove la massima pena applicabile è l’ergastolo,
che equivale comunque a togliere la vita, anche se non
biologicamente, ad un essere umano. Il “fine pena mai” è in
contrasto con la fine rieducativa cui le pene dovrebbero tendere
secondo la nostra stessa Costituzione. Questo vorrei sottolinearlo,
prima di giungere alla conclusione, perché “pena di morte” non è
solo lapidare, fucilare, sottoporre ad iniezione letale, “pena di
morte” è anche togliere ad un detenuto la possibilità – laddove
possibile – di tornare, un giorno, a far parte della società, di ridargli
dignità e la possibilità di piena riabilitazione senza rischio di essere
eliminato definitivamente dal consorzio umano.

Se pensiamo alla situazione delle carceri in Italia, immaginiamoci
una realtà di vera tortura, inconcepibile per un Paese moderno. I
nostri detenuti vivono in condizioni igieniche spesso intollerabili, in
celle superaffollate, con poche o nessuna possibilità di accedere a
programmi riabilitativi e occupazionali, dove il diritto alla salute è
spesso negato. Non possiamo togliere loro anche la speranza.
Tutto questo deve cambiare ed il cambiamento inizia da ognuno di
noi, dal modo in cui scegliamo di comportarci, dall’educazione che
impartiamo ai nostri figli, dai gesti all’apparenza insignificanti di
ogni giorno. Eliminiamo innanzi tutto l’indifferenza, ricominciamo ad
indignarci e a sentirci parte della famiglia umana. Tutta. Non
dimentichiamo la storia, ciò che è stato, i nostri errori ed anzi
traiamone vantaggio ed insegnamento, ed attiviamoci affinché il
futuro sia diverso, affinché parole come democrazia, civiltà, diritti,
rispetto per l’altro ritrovino finalmente il senso che stanno perdendo
o hanno già perduto.

Arianna Ballotta

Presidente
Coalizione Italiana contro la Pena di Morte Onlus
arianna@linknet.it
www.coalit.it

mercoledì 17 agosto 2011

Villafalletto Ricorda Sacco E Vanzetti


L’Importanza Della Partecipazione Di Mario Mattia Giorgetti

Sacco & Vanzetti Memorial Day 2011. Per non dimenticare!
L’importanza della partecipazione di Mario Mattia GIORGETTI: occasione unica per il doveroso riconoscimento all’opera svolta dall’intellettuale per la riabilitazione dei due lavoratori italiani.

Nel cuore di tutti i democratici del mondo sono scolpite le parole del proclama con cui M. Dukakis, figlio di emigrati greci, allora Governatore del Massachussetts, il 20 luglio del 1977, rispondendo all’appello rivoltogli dal Comitato Internazionale per la Riabilitazione di Sacco e Vanzetti, dichiarò l’innocenza di Sacco e Vanzetti e proclamò il SACCO E VANZETTI MEMORIAL DAY a partire dal 23 agosto 1977, 50° Anniversario dell’uccisione dei due anarchici.
Pochissimi conoscono i retroscena di quello storico atto ed i passi compiuti perché fosse possibile raggiungere quel risultato.
Certe volte dietro atti di notevole rilevanza storica ci può essere l’azione anche di una singola persona che ha avuto la capacità di anticipare i tempi, di sentire il momento storico, di credere fermamente in un obiettivo, ritenuto dai più quasi irraggiungibile: nel nostro caso questa persona si chiama Mario Mattia GIORGETTI e tutti noi democratici, che abbiamo pianto per quell’incredibile (perché dopo 50 anni nessuno ormai ci sperava) proclama, abbiamo un debito da saldare nei suoi confronti.
Giorgetti, che conobbe Pinelli, Valpreda, Lanza, Bartoli e tanti altri del circolo Scaldasole di Milano, grazie allo studio dei testi di Malatesta, Gori, Proudhon, Kropotkin, Bakunin ed altri intellettuali anarchici venne a conoscenza del caso Sacco e Vanzetti e decise di approfondirlo per elaborare un famoso testo teatrale su di loro (SACCO E VANZETTI, ULTIMO ATTO).
In quel periodo, era il 1973, conobbe per caso Osvaldo Bevilacqua (quello che è poi diventato il famoso conduttore di “Sereno Variabile”), che allora era funzionario del PSI. Lo andò a trovare nel suo ufficio in via del Corso a Roma e rimase colpito da un manifesto che annunciava una manifestazione di protesta contro la condanna di Sacco e Vanzetti (allora negli uffici dei politici c’erano questi manifesti!). Ebbe quindi l’idea di parlargli del suo progetto teatrale e, discutendone, decisero d’interpellare Pietro Nenni, per proporgli la costituzione di un Comitato Internazionale che promuovesse la riabilitazione dei due anarchici ingiustamente condannati.
Avuto l’assenso di Nenni (che divenne il Presidente del Comitato), arrivarono successivamente le adesioni anche di altri politici “importanti”: Umberto Terracini (che ne divenne il vice-presidente), Bettino Craxi, Beniamino Piccoli, Enrico Berlinguer, Lelio Basso e tanti altri, anche stranieri (fra cui Soares, Mitterrand….).
Da allora programmarono tantissime attività (appello di intellettuali e politici, conferenze, spettacoli, eventi pubblici…) proprio nel mentre che veniva distribuito nelle sale cinematografiche del mondo intero il famoso film di Giuliano Montaldo.
In particolare fu organizzato un Comitato di avvocati cui fu dato il compito di riesaminare gli atti del processo e trasmetterne i risultati all’Ambasciatore Americano a Roma.
La RAI commissionò un documentario da trasmettere in prima serata (vengono i brividi solo a pensare cosa ci propina oggi la RAI!) e la stessa Antenne2, su sollecitazione dei politici francesi, mandò il onda il film di Montaldo, cui seguì un dibattito con lo stesso Giorgetti e Vincenzina Vanzetti.
Particolarmente emozionante fu un incontro pubblico con i politici italiani del figlio di Sacco, Dante, fatto venire dall’America.
Non mancarono naturalmente le polemiche (in questo non siamo cambiati)! Lo stesso Giorgetti, da anarchico, fu contestato proprio dagli anarchici che non tolleravano il coinvolgimento dei politici di Stato in un caso i cui protagonisti erano morti, ingiustamente, gridando “Viva l’Anarchia”. Si dovette fare un lungo lavoro per convincere il movimento anarchico che “Sacco e Vanzetti erano (allora come oggi) prima di tutto esseri umani che erano stati condannati ingiustamente e meritavano la partecipazione di tutto il consorzio umano, come fu nel caso del giorno dell’uccisione, che vide insorgere i popoli di tutto il mondo”.
Tutto questo lavoro creò una forza di opinione che sensibilizzò anche i rappresentanti americani in Italia, tanto da spingere l’allora Governatore dello Stato del Massachussetts, Michael Dukakis, a dare l’incarico ad un gruppo di avvocati presieduto da Daniel A. Taylor di riesaminare il caso. Essi al termine della loro istruttoria consegnarono a Dukakis il celebre rapporto in cui conclusero: “…..Nel caso Sacco e Vanzetti abbiamo riscontrato la reale possibilità di un penoso fallimento della Giustizia che ha causato la loro morte”….”Ci sono sostanziali, anzi forti motivi per credere che il procedimento legale contro Sacco e Vanzetti era permeato di ingiustizia….” e che il processo a Sacco e Vanzetti non era valido perché conteneva un “vizio di forma” (tradotto significava che il giudice Thayer e l’allora Governatore del Massachussetts Fuller avevano agito sotto i forti condizionamenti dei conservatori, spaventati dall’avanzata del consenso politico della sinistra). Anche Paul Guzzi, Segretario dello Stato del Massachussetts, che controfirmò il proclama, ebbe ad osservare: “Cinquant’anni di ritardo per eliminare il tragico errore che ha provocato la morte di un bravo calzolaio e di un povero pescivendolo….”
Fu proprio Giorgetti a ricevere per primo la comunicazione ufficiale fatta al Comitato Internazionale del Proclama con cui Dukakis dichiarava l’innocenza di Sacco e Vanzetti: ebbe l’onore di consegnarla all’On. Pietro Nenni, che poi, in qualità di Presidente, in conferenza stampa ne rese noto il contenuto, ormai patrimonio di tutti noi.

Torremaggiore 16.08.2011
Matteo Marolla

martedì 16 agosto 2011

Lettera All'Ambasciatore Norvegese E Risposta

Egr. Dr.
Einar M. Bull
Ambasciatore
REALE AMBASCIATA di NORVEGIA
Via di San Domenico, 1
00153 ROMA

Oggetto: Sacco & Vanzetti Memorial Day 2011. Per non dimenticare!
Veglia del 23 agosto 2011 contro la pena di morte e per i diritti umani nel mondo: In ricordo delle vittime delle stragi di Oslo ed Utoya.

Egregio sig. Ambasciatore,

La prego innanzitutto di scusarmi per l’imperdonabile ritardo con cui Le invio il presente invito. Mi permetto di farlo lo stesso vista l’importanza del suo oggetto.

Sono il Presidente dell’Associazione Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, due anarchici italiani emigrati nel 1908, che il 23 agosto 1927 furono giustiziati sulla sedia elettrica negli Stati Uniti d’America, penitenziario del Massachussetts.

80 anni dopo è stata finalmente costituita l’Associazione politico culturale a loro intestata, per volontà e ferma determinazione della sig.ra Fernanda SACCO, nipote vivente dello stesso Nicola.

Il Presidente della Repubblica Italiana, on. Giorgio Napolitano, volle onorarne la costituzione con un messaggio di saluto ed auguri, in cui ne ha sintetizzato in maniera eccellente il significato (“…Il Capo dello Stato esprime apprezzamento per l’iniziativa con la quale l’istituenda “Associazione Sacco e Vanzetti”, nel tenere viva la memoria dei due emigranti italiani, intende contribuire al movimento per l’abolizione della pena di morte, tappa fondamentale per la difesa dei diritti umani, sulla quale si è registrato l’unanime consenso dell’Unione Europea…”).

L’Associazione, che ha sede a Torremaggiore, il paese d’origine di Nicola Sacco, ha come scopo principale quello di mantenere vivo il ricordo del sacrificio dei due italiani con l’intento di contribuire al processo di sensibilizzazione delle nuove generazioni.

Dal 23 agosto 2007 in poi l’Associazione ha promosso numerose iniziative riguardanti l’attualità del messaggio del sacrificio di Sacco e Vanzetti in riferimento soprattutto a:

1. la pena di morte;
2. la riforma della giustizia;
3. i diritti umani;
4. la questione dell’emigrazione e dell’immigrazione
5. l’Unità d’Italia (Vanzetti, operaio del Nord, Sacco del Sud, uniti nella testimonianza degli alti valori della tolleranza, della Giustizia, dell’uguaglianza, per cui sono stati uccisi.

Ogni anno il 23 agosto, l’Associazione Sacco e Vanzetti organizza il "SACCO E VANZETTI MEMORIAL DAY", un evento in memoria della morte dei due lavoratori, adottando una causa di livello internazionale per la salvaguardia dei diritti umani.

L’edizione 2011, che si svolgerà il 23 agosto 2011 a Torremaggiore (FG) nel piazzale Palma e Piacquadio alle ore 19,30 sarà dedicata alla memoria delle vittime delle stragi di Oslo e dell’isola di Utoya, diventate per il mondo intero il simbolo delle conseguenze della cultura razzista e della nuova ondata di odio furente contro l’Europa della tolleranza, dell’integrazione e della democrazia.

Il programma della manifestazione (la cui bozza alleghiamo per conoscenza) prevede un momento di riflessione con interventi e testimonianze, cui seguirà la “veglia per i diritti Umani”: una fiaccolata silenziosa verso il cimitero di Torremaggiore dove trovasi il monumento a Sacco e Vanzetti.

Siamo certi che non Le sfuggirà l’importanza della manifestazione e vogliamo pregarLa di intervenire alla stessa personalmente o inviando un Suo delegato.
Nell’attesa voglia gradire i nostri distinti saluti.

Torremaggiore, 10.08.2011

Il Presidente
f.to dott. Matteo Marolla

Gent.le Sig. Matteo Marolla,

La Reale Ambasciata di Norvegia ringrazia per l’invito a partecipare al “Sacco & Vanzetti Memorial Day 2011”. Purtroppo capita in un periodo con dei cambiamenti di personale in Ambasciata. S.E. Ambasciatore Einar M. Bull ha lasciato Italia (il 12 agosto) e il suo successore è in arrivo a fine mese.

L’incaricato d’affarri arriva da Oslo proprio il giorno prima della vostra manifestazione e sarà quindi difficile allontanarsi subito dai impegni in ufficio.

L’Ambasciata desidera ringraziare per le espressioni di solidarietà dedicando l’edizione di quest’anno alla memoria delle vittime delle stragi di Oslo e dell’isola di Utoya.

Con l’augurio di un buon esito dell’evento, Le invio distinti saluti.

Tone Sætre
Segretaria dell'Ambasciatore
Reale Ambasciata di Norvegia

Tel. 0645238100
www.amb-norvegia.it

venerdì 12 agosto 2011

Sacco And Vanzetti Memorial Day 2011

Sacco & Vanzetti Memorial Day 2011. Per non dimenticare!

Veglia del 23 agosto 2011 contro la pena di morte e per i diritti umani nel mondo: In ricordo delle vittime delle stragi di Oslo ed Utoya.

Presiede: dott. Matteo MAROLLA, Presidente Associazione Sacco e Vanzetti

SALUTI

  • · Fernanda Maria SACCO, Presidente Associazione Sacco e Vanzetti
  • · dott.ssa Daniela APONTE, Commissaria Prefettizia Comune di Torremaggiore
  • · dott. Marco MOCA, Sindaco di Raiano
  • · dott. Enio MASTRANGIOLI, Consigliere Provinciale – L’AQUILA
  • · dott. Massimo COLIA, Consigliere Provinciale - FOGGIA

INTERVENTI

  • · dott. Tonino D’ANGELO, Segretario Naz.le Medicina Democratica
  • · dott. Antonio LARONGA, Sostituto Procuratore Tribunale di Foggia
  • · dott.ssa Arianna BALLOTTA, Presidente Coalizione Italiana Contro la Pena di Morte
  • · dott. Mario Mattia GIORGETTI, Promotore del Progetto sfociato nel Proclama di Dukakis
  • · Padre Arcangelo MAIRA, Missionario Scalabriniano

TESTIMONIANZE

  • · Aboubakar Koné, campo di lavoro “Io ci sto” – ghetto di Rignano
  • · dott. Giampiero CIASCHETTI, Presidente Associazione Città del Sole – Raiano
  • · dott. Domenico RODOLFO, Presidente FILEF
  • · dott. Michele RIZZI, Presidente PdAC
  • · dott. Simone DE VINCENZO, Presidente Ass. Emigranti Adelfiesi
  • · Mimmo DI GIOIA, Associazione Libera – Foggia
  • · dott. Antonio TRISCIUOGLIO, Nessuno Tocchi Caino - Foggia
  • · dott. Cesare SANGALLI, Amnesty International - Foggia
  • · dott. Primiano SCHIAVONE, Ambiente e/è Vita Puglia
  • · don Dino D’ALOIA, direttore Centro Ecumenico per la Pace

Partecipazione straordinaria Francesco "Kento" CARLO, rapper di Reggio Calabria

Al termine della manifestazione ci sarà la premiazione del concorso "PICTURE SACCO AND VANZETTI DAY 2011".

Save The Date: Sunday, August 21, 2011 For The Sixth Annual Sacco And Vanzetti Commemoration Day

This year we will be again on the streets of Boston marking the wrongful execution of our comrades Sacco and Vanzetti. We will gather at the Visitors Center on Tremont Street accross from West Street, near Park Street in Boston at 2pm. At 3pm we will march to the Greenway Park on Hanover and Surface streets in the North End. Speeches, music, poetry, readings and committment to not let Nicola and Bart death be in vain. The struggle continues!

To download the flyer and promote the event click here.

Sponsored by the Sacco and Vanzetti Commemoration Society.
Cosponsored by (partial) the Boston May Day Committee (ANSWER, Mass. Global Action, Latinos for Social Change, July 26 Coalition, Socialist Party, Socialist Workers Party, Socialist Alternative, Party for Socialism and Liberation)


Event on Facebook: click here.

mercoledì 10 agosto 2011

venerdì 22 luglio 2011

Invito A Rai International

Spett.le Redazione
RAI INTERNATIONAL

Oggetto: Invito al Sacco & Vanzetti Memorial Day 2011:
Per non dimenticare! Veglia del 23 agosto 2011 contro la pena di morte e per i diritti umani nel mondo.

Spett.le Redazione,
dal 2007, il 23 agosto, l’Associazione Sacco e Vanzetti, iscritta all’Albo delle Associazioni dei Pugliesi nel Mondo, organizza il "SACCO E VANZETTI MEMORIAL DAY", un evento in memoria della morte dei due lavoratori, ingiustamente uccisi in America con la sedia elettrica, adottando una causa di livello internazionale per la salvaguardia dei diritti umani.
Il Memorial Day del 2010, oltre ad aver ottenuto il patrocinio della Regione Puglia, della Provincia di Foggia e del Comune di Torremaggiore, ha registrato l’adesione di importanti organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti umani, quali Amnesty International e Nessuno tocchi Caino, Coalizione italiana per l’abolizione della pena di morte nel mondo, EveryOne.
L’edizione 2011 avrà la stessa impronta del Memorial Day 2010: l’organizzazione di un convegno-dibattito, un omaggio al film di Giuliano Montaldo (esposizione dei disegni originali dei costumi di scena) seguiti da una veglia per i diritti umani.
Inoltre per volontà della sig.na Sacco, nipote di Nicola, in questa occasione conferiamo un PREMIO SPECIALE DIRITTI UMANI a riconoscimento dell'impegno e del sacrificio di testimoni del nostro tempo.
Quest’anno l’attenzione sarà particolarmente rivolta al rilancio della campagna mondiale contro la pena di morte, affinché l’ONU arrivi presto a passare dalla sterile moratoria alla vera e propria abolizione, vincolante per tutti gli Stati membri.
E’ possibile che RAI International mandi in onda questa importante iniziativa, o le dedichi almeno un servizio?
Ci riserviamo di inviarvi successivamente il programma definitivo della manifestazione, confidando di avere presto una vostra risposta affermativa.

Torremaggiore, 21.07.2011
Il Presidente
dott. Matteo Marolla

Invito A Delta TV

Spett.le Redazione
DELTA TV

PUGLIESI E LUCANI NEL MONDO
PROGRAMMA TELEVISIVO INTERNAZIONALE

Oggetto: Invito al Sacco & Vanzetti Memorial Day 2011:
Per non dimenticare! Veglia del 23 agosto 2011 contro la pena di morte e per i diritti umani nel mondo.

Spett.le Redazione,
dal 2007, il 23 agosto, l’Associazione Sacco e Vanzetti, iscritta all’Albo delle Associazioni dei Pugliesi nel Mondo, organizza il "SACCO E VANZETTI MEMORIAL DAY", un evento in memoria della morte dei due lavoratori, ingiustamente uccisi in America con la sedia elettrica, adottando una causa di livello internazionale per la salvaguardia dei diritti umani.
Il Memorial Day del 2010, oltre ad aver ottenuto il patrocinio della Regione Puglia, della Provincia di Foggia e del Comune di Torremaggiore, ha registrato l’adesione di importanti organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti umani, quali Amnesty International e Nessuno tocchi Caino, Coalizione italiana per l’abolizione della pena di morte nel mondo, EveryOne.
L’edizione 2011 avrà la stessa impronta del Memorial Day 2010: l’organizzazione di un convegno-dibattito, un omaggio al film di Giuliano Montaldo (esposizione dei disegni originali dei costumi di scena) seguiti da una veglia per i diritti umani.
Inoltre per volontà della sig.na Sacco, nipote di Nicola, in questa occasione conferiamo un PREMIO SPECIALE DIRITTI UMANI a riconoscimento dell'impegno e del sacrificio di testimoni del nostro tempo.
Quest’anno l’attenzione sarà particolarmente rivolta al rilancio della campagna mondiale contro la pena di morte, affinché l’ONU arrivi presto a passare dalla sterile moratoria alla vera e propria abolizione, vincolante per tutti gli Stati membri.
E’ possibile che Delta TV mandi in onda questa importante iniziativa, o le dedichi almeno un servizio?
Ci riserviamo di inviarvi successivamente il programma definitivo della manifestazione, confidando di avere presto una vostra risposta affermativa.

Torremaggiore, 22.07.2011
Il Presidente
dott. Matteo Marolla

domenica 15 maggio 2011

LA MERICA - Quando Ad Emigrare Eravamo Noi

Martedì 24 maggio 2011
ore 18.30
Auditorium Biblioteca Comunale
Sammichele di Bari

"LA MERICA - Quando ad emigrare eravamo noi".

Interverranno:

Vito Lotito
(Già Vice Presidente Greater Toronto Airport Authority)

GIACOMO SPINELLI
Che presenterà il suo film-documentario "LA MERICA - Quando ad emigrare
eravamo noi"

FERNANDA SACCO

MATTEO MAROLLA
(Presidente Associazione Sacco & Vanzetti)

Invito

martedì 12 aprile 2011

Programma Convegno "150 Anni Dell’Unità D’Italia Di Emigrazione Italiana E Pugliese"

Con il Patrocinio del Comune di Adelfia Assessorato all’Emigrazione Regione Puglia
ASSOCIAZIONE EMIGRANTI ADELFIA e FED. ASSOCIAZIONI PUGLIESI SVIZZERA
In collaborazione con la scuola secondaria di I° grado “GIOVANNI XXIII” di Adelfia
SABATO 16 APRILE 2011 ORE 9,00 presso l’Auditorium della Biblioteca Comunale
“150 Anni Dell’unita’ D’italia, Di Emigrazione Italiana E Pugliese”

PROGRAMMA:
• ore 9,30 Saluto della Dirigente Scolastica Prof.ssa MORISCO e delle Autorità cittadine
• ore 10,00 Relazione del Dott. Domenico RODOLFO ( Storia dei 150 anni Unità d’Italia)
Vicepresidente Consiglio Generale Pugliesi nel Mondo
• Ore 10,30 Relazione del Prof. Pierpaolo BONERBA Univ. LUM
( l’Emigrazione Pugliese: la storia, i dati)
• Ore 11,00 Intervento della Sig.ra Fernanda SACCO (ricorderà la tragedia dello Zio Nicola
Sacco, emigrato in America con Vanzetti)
• Ore 11,30 Conclusione della Dott. Elena GENTILE (Assessore al Welfare ed Emigrazione
Regione Puglia)
• PREMIAZIONE degli ELABORATI sull’EMIGRAZIONE a cura delle 3° classi
MOSTRA sui “150 Anni Unità d’Italia” a cura dell’Associazione HINTERLAND
MOSTRA dell’Emigrazione Italiana a cura dell’U.T.E (Università Terza Età di Adelfia)
A fine lavori, aperitivo offerto dalla Pizzeria e Rosticceria “CALA LA PASTA” Corso Umberto Adelfia
TUTTA LA CITTADINANZA E’ INVITATA.

La Dirigenza Scolastica Il Presidente A.E.A
Prof. Maria Morisco Simone Devincenzo

giovedì 24 marzo 2011

La Terra Dei Borbone

La TERRA DEI BORBONE
La VERA STORIA del REGNO delle DUE SICILIE
mai SCRITTA dai LIBRI di SCUOLA

DOMENICA 27 MARZO 2011 – ore 19.00
(Torremaggiore – via Pio La Torre)

Organizzazione e informazioni:
Prof. Ettore D’Amico
Dott. Nazzario D’Errico
Dott. Raffele Luciano

La storia mai raccontata…

In tema di celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, da una parte del Sud si è ritenuto opportuno dare un contributo per una verità storica del nostro Risorgimento, diversa da quella scritta sui libri di scuola…
Tra fantasia e realtà Li chiamarono… briganti! , diretto nel 1999 da Pasquale Squitieri, è considerato un film di assoluto valore ed interesse storico incentrato sulle vicende del brigante lucano Carmine Crocco e della sua banda, che hanno incarnato la vera resistenza degli uomini e donne del sud Italia contro i Savoia invasori.
Si tratta di una storia prettamente revisionista, volta a raccontare un’altra versione dei fatti avvenuti nel post – Risorgimento nel meridione d’Italia che mette in evidenza in maniera cruda le atrocità che l’esercito piemontese perpetrò nei confronti delle popolazioni lucane; stupri, eccidi di massa compiuti in nome del diritto di rappresaglia e decapitazioni dei briganti, le cui teste furono messe in mostra per impaurire le popolazioni locali. Quest’episodio fa riferimento ad una pratica utilizzata spesso durante la repressione del brigantaggio, documentata attraverso testimonianze fotografiche e bibliografiche. Inoltre Squitieri mette in luce altri aspetti di questa controversa pagina storica come i contatti tra governo sabaudo e criminalità organizzata per acquietare le rivolte e le conseguenze negative dell’unità d’Italia che si abbatterono nel sud della penisola con la nascita di fenomeni sociali come la “questione meridionale” e “l’emigrazione”.
Molteplici in quegli anni erano in Italia le correnti d’opinione che possono raggrupparsi in due grandi movimenti: quello dei conservatori dello status quo (aristocratici e nobili, uniti all’intero mondo contadino) e quello che auspicava un’Italia unita, governata da un potere borghese e monarchico (unionisti, annessionisti, federalisti, teocratici).I piemontesi, i liberali, i galantuomini risolsero il tutto dando inizio, il 6 maggio 1860, all’invasione dei territori del Regno delle Due Sicilie. Scrive Lucera: «Non si andava a soccorrere nessuno, perché nessuno aveva chiesto aiuto. Non si andava ad abbattere nessun sovrano assoluto perché non si sostituisce un sovrano assoluto con un altro dello stesso genere… Non si andava a liberare nessun paese, perché nessun paese era occupato da un altro popolo straniero».Fu una pura e semplice annessione. I “cattivi maestri” di questa losca operazione furono Giuseppe Garibaldi (eroe o pavido?, ateo e negriero?, esperto finanziere o ladro?), Cavour (lo spergiuro adultero), Giuseppe Mazzini (il “rivoluzionario”) e Liborio Romano (l’uomo di Patù).
Il 17 marzo dell’anno 1861 il parlamento subalpino proclamò Vittorio Emanuele II non re degli italiani ma «re d’Italia»! L’autoproclamato nuovo Regno d’Italia, costò centinaia di migliaia di morti tra i partigiani meridionali e siciliani (denominati dispregiativamente “briganti”), deportazioni, interi paesi rasi al suolo, torture, stupri, leggi razziali e fame.
Una panoramica dal Sud post-unitario costretto a finanziare le grandi imprese del Nord, all’abbattimento dei settori industriali meridionali all’avanguardia, la storia di una cultura da rivalutare, o scoprire, per conoscere le nostre vere radici, la nostra identità.
Briganti: delinquenti o resistenti, malfattori o patrioti?
Il Brigantaggio ebbe inizio storicamente all’indomani della partenza per l’esilio del Re Francesco II di Borbone, avvenuta il 13 febbraio 1861. Se i briganti furono delinquenti allora l’Italia nacque legittimamente, ma se i briganti furono patrioti e resistenti allora è tutta un’altra storia. La storia del mezzogiorno contemporaneo sembra essere un tutt’uno con la storia della questione meridionale. La storia delle cause e delle responsabilità piuttosto che la vicenda storica effettiva. Vae victis, una storia raccontata dai vincitori ed i vinti del Sud che si dovranno sempre giustificare sul perché si siano battuti “per la parte sbagliata”.
Si consumarono diversi eccidi nei territori dell’ormai decaduto regno duosiciliano, di cui i più noti furono quelli di Casalduni e Pontelandolfo, due paesi del Beneventano. In data agosto 1861, il generale Enrico Cialdini (il macellaio) ordinò una feroce rappresaglia contro i due comuni, ove i briganti di Cosimo Giordano, durante un’azione di guerriglia, uccisero 45 soldati sabaudi. Cialdini inviò un battaglione di cinquecento bersaglieri a Pontelandolfo, capeggiato dal col. Pier Eleonoro Negri, mentre a Casalduni mandò altri soldati capitanati dal maggiore Melegari. I due piccoli centri vennero quasi rasi al suolo, lasciando circa 3.000 persone senza dimora, e il numero ufficiale delle vittime non è stato ancora reso noto; le cifre vanno da un centinaio a più di un migliaio di morti.
Altri militari che si distinsero per le loro atrocità contro il brigantaggio furono: Alfonso La Marmora, Pietro Fumel, Raffaele Cadorna, gen. Pallavicini (acerrimo nemico del brigante Michele Caruso), Enrico Della Rocca e Ferdinando Pinelli. Altre città che subirono una sorte simile furono Montefalcione, Campolattaro e Auletta (Campania), Rignano Garganico (Puglia), Campochiaro e Guardiaregia (Molise), Barile e Lavello (Basilicata), Cotronei (Calabria).

Tali provvedimenti suscitarono polemiche, anche da parte della classe liberale. Giovanni Nicotera, intervenne in Parlamento dicendo:
« I Proclami di Cialdini e degli altri Capi sono degni di Tamerlano, di Gengis Khan, o piuttosto di Attila. »
Lo stesso Nino Bixio (che partecipò alla spedizione dei Mille e fu protagonista del discusso episodio della strage di Bronte) denunciò questi metodi in un discorso alla camera il 28 aprile 1863:
« Si è inaugurato nel Mezzogiorno d’Italia un sistema di sangue. E il Governo, cominciando da Ricasoli e venendo sino al ministero Rattazzi, ha sempre lasciato esercitare questo sistema »
I metodi violenti delle truppe sabaude furono infine applicati anche per la repressione dei moti di protesta operaia per la chiusura progressiva di impianti industriali, come lo stabilimento siderurgico di Pietrarsa (attualmente sede del Museo Nazionale Ferroviario), dove il 6 Agosto 1863, per reprimere le proteste degli operai, intervennero Guardia Nazionale, Bersaglieri e Carabinieri, lasciando sul terreno decine di morti e feriti. Al comando delle truppe c’era il Questore Nicola Amore, successivamente divenuto sindaco di Napoli, che nella sua relazione al Prefetto parla di fatali e irresistibili circostanze.
Il nuovo Regno d’Italia schierò ben 211.500 soldati e inviò i suoi ufficiali di maggior rilievo, eppure per molto tempo non riuscì a distruggere neppure una banda. Nel 1863, fu istituita una Commissione Parlamentare d’inchiesta presieduta dal deputato Giuseppe Massari quale venivano indicate le cause del brigantaggio: la miseria delle popolazioni, dovuta ovviamente all’oppressione borbonica; era povera perché affamata dai Borbone. Dalla relazione Massari ebbero come risultato la promulgazione della – Legge Pica – che autorizzava lo stato d’assedio nei paesi battuti dai briganti.
Risultato: quasi un milione di morti (stima), 54 paesi distrutti, stupri e violenze inaudite, processi e fucilazioni sommarie. Da un diario di un ufficiale sabaudo: – Entrammo in un paese e subito incominciammo a fucilare i preti e gli uomini, quanti capitavano – Pontelandolfo paese del beneventano fu letteralmente raso al suolo. Anche la storiografia corrente ha riconosciuto che la repressione contro il Brigantaggio ha fatto più vittime di tutte le altre guerre risorgimentali messe insieme. Ma c’è di più, purtroppo, … campi di concentramento, il più temibile quello di Fenestrelle fortezza situata a quasi duemila metri di altezza, sulle montagne piemontesi, sulla sinistra del Chisone, faceva tanto spavento come la relegazione in Siberia. Ufficiali, sottufficiali e soldati ( militari borbonici che non vollero finire il servizio militare obbligatorio nell’esercito sabaudo o quelli che si dichiararono apertamente fedeli al Re Francesco II e che giurarono aperta resistenza ai piemontesi) subirono il trattamento più feroce. La liberazione avveniva solo con la morte ed i corpi (non erano ancora in uso i forni crematori) venivano disciolti nella calce viva collocata in una grande vasca situata nel retro della chiesa che sorgeva all’ingresso del Forte. Una morte senza onore, senza tombe, senza lapidi e senza ricordo, affinché non restassero tracce dei misfatti compiuti. Ancora oggi, entrando a Fenestrelle, su un muro è leggibile: “Ognuno vale non in quanto è ma in quanto produce”. (ricorda molto la scritta dei lager nazisti). Già nel 1862 essendosi fatta insostenibile la sistemazione dei prigionieri di guerra e dei detenuti politici, con la deportazione degli abitanti d’interi paesi, con le “galere” piene fino all’inverosimile, il governo piemontese diede incarico al suo ambasciatore a Lisbona di sondare la disponibilità del governo portoghese a cedere un’isola disabitata dell’Oceano Atlantico, al fine di relegarvi l’ingombrante massa di migliaia di persone da eliminare definitivamente. Il tentativo diplomatico, tuttavia, non ebbe successo, ma la notizia riportata il 31 ottobre dalla stampa francese suscitò una gran ripugnanza nell’opinione pubblica.
Ma l’aspetto più indecente di questa parte di storia è relativa ai debiti di guerra (Cavour ne fece tre in dieci anni!) a cui si sommavano anche quelli per comprare quei cannoni a canna rigata che permisero la vittoria sull’esercito borbonico. Il Piemonte era indebitato con Francia e Inghilterra ed il regno Borbonico rappresentava una vera e propria miniera d’oro per la borghesia espansionistica piemontese e per gli affaristi internazionali.
Le riserve auree del Regno delle Due Sicilie (500 milionidi lire contro i 100 dei piemontesi) avrebbero permesso di stampare carta moneta per circa tre miliardi, una vera e propria manna a cui si aggiungevano le nuove tasse imposte ai 9 milioni di abitanti, i risparmi, le terre ed i beni sottratti alle autorità ecclesiali destinati allo sviluppo dell’agricoltura padana. Tutto in nome dell’unità d’Italia!.

Il Sud fu depredato e soggetto ad una dura imposizione fiscale “nel Regno delle Due Sicilie la tassazione era, nel 1859, di 14 franchi a testa. Nel 1866, sotto il nuovo regime, le tasse erano salite fino a 28 franchi a testa, il doppio di quanto pagava “l’oppresso popolo napoletano prima che Garibaldi venisse a liberarlo”. L’abolizione del protezionismo e l’eccessivo liberismo dello stato sabaudo espose le industrie alla concorrenza esterna, l’economia dei borboni non era pronta all’internazionalizzazione come del resto quella italiana non lo è stata fino al 1960, 100 anni dopo! La stampa europea definiva il sud borbonico arretrato ed inefficiente, termine ancora oggi in uso per indicare qualcosa che non funziona, ma come giustificare il proliferare di attività industriali? Come mai molte fabbriche vennero smantellate come il noto complesso di S. Leucio, i cui telai furono portati qualche anno dopo a Valdagno utilizzati per fondare la prima fabbrica tessile nel Veneto come anche le ferriere di Mongiana, i cui macchinari furono trasferiti in Lombardia.
Una rivendicazione di una storia autonoma del Sud Italia è improponibile ma è possibile individuare le radici profonde dello sconvolgimento della vita di milioni di uomini e dell’economia che hanno cambiato la faccia della popolazione meridionale negli ultimi 150 anni. La storia dei rapporti tra Nord e Sud, le radici della storia della questione meridionale.
La dominazione dei Borbone non si poteva definire una condizione di vita ideale, ma non poteva e non doveva essere il trampolino per un’unificazione dei territori che ebbe il solo pretesto di trasferire le ingenti ricchezze meridionali nel nord del paese. L’economia meridionale fu invece definitivamente messa in ginocchio con i terreni espropriati, con la leva obbligatoria e con le tasse che in soli 3 anni dall’unità raddoppiarono. Una serie di concause che spinsero migliaia di meridionali ad emigrare in cerca di quelle condizioni di vita che ormai il sud non poteva più offrire.
Infatti gli anni successivi all’unità d’Italia, a causa della miseria prodotta dal sistematico saccheggio delle risorse dei territori e delle popolazioni occupate dal nuovo regno sabaudo, segnano l’inizio della “DIASPORA” delle popolazioni del Sud; i periodi interessati dal movimento migratorio vanno dal 1876 al 1915 e dal 1920 al 1929 circa. Sebbene il fenomeno fosse già presente fin dai primi anni dell’Unità d’Italia, è nel 1876 che viene effettuata la prima statistica sull’emigrazione a cura della Direzione Generali di Statistica. Si stima che solo nel primo periodo partirono circa 14 milioni di persone (con una punta massima nel 1913 di oltre 870.000 partenze), a fronte di una popolazione italiana che nel 1900 giungeva a circa 33 milioni e mezzo di persone. Oggi, nel sud il fenomeno esiste ancora, chissà perché…buona fortuna giovani !

SCARICA IL COMUNICATO IN FORMATO PDF
laterra-dei-borbone

Associazione Culturale Due Sicilie
e-mail referente: nazder@libero.it – tel. 0882.383474

Centro Attività Culturali “don Tommaso Leccisotti”
e-mail: centroleccisotti@corteostorico.it – tel. 0882.382992

Associazione Sacco e Vanzetti: 0882601578 – 3939049758
e-mail Associazione: info@saccoevanzetti.org e-mail Presidente: matteomarolla@virgilio.it

sabato 26 febbraio 2011

L'Associazione Sacco E Vanzetti Nell'Albo Delle Associazioni Dei Pugliesi Nel Mondo

Con decreto del Presidente della Giunta regionale della Puglia Nichi Vendola, è stata riconosciuta ai sensi e per gli effetti della legge regionale 11 dicembre 2000 n. 23 e del regolamento di attuazione 3 ottobre 2001 n.8, l'iscrizione dell'Associazione Sacco e Vanzetti nell'albo delle associazioni e federazioni dei pugliesi nel mondo.

venerdì 25 febbraio 2011

Decreto Di Iscrizione All'Albo Regionale Associazioni Pugliesi Nel Mondo

Cordiali saluti.

La mail sostituisce agli effetti del DPR 445 del 28.12.2000 la successiva trasmissione per posta ordinaria.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Regione Puglia - Assessorato al Welfare
Area Politiche per lo Sviluppo il Lavoro e l'Innovazione
Servizio Pugliesi nel Mondo
Viale Unità d'Italia 24/C - 70125 BARI

VITO DANIELE
P.O.
. Attuazione del Piano
. Gestione Albo delle Associazioni dei Pugliesi nel Mondo”

Allegato

mercoledì 12 gennaio 2011

Proposta Per La Serata “Nata Per Unire”

Gent.mi

Paolo GARIMBERTI
Presidente RAI

Mauro MASI
Direttore Generale RAI

Gianni MORANDI
Conduttore
61° FESTIVAL DI SANREMO

Oggetto: Proposta per la serata “Nata per Unire”

Gent.mi Signori,

sono il Presidente dell'associazione Sacco e Vanzetti e Vi scrivo anche a nome della Presidente Onoraria Maria Fernanda Sacco, residente a Torremaggiore (FG) e del Socio Onorario Giovanni Vanzetti, residente a Torino, unici nipoti viventi dei cari congiunti ingiustamente condannati a morte in America nel 1927. La nostra Associazione è stata costituita il 23 agosto del 2007, in occasione dell’80° Anniversario dell’uccisione di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti. Allora il Capo dello Stato ci volle comunicare il Suo autorevole “apprezzamento per l’iniziativa con la quale l’istituenda “Associazione Sacco e Vanzetti”, nel tenere viva la memoria dei due emigranti italiani, intende contribuire al movimento per l’abolizione della pena di morte, tappa fondamentale per la difesa dei diritti umani, sulla quale si è di recente registrato l’unanime consenso della Comunità Europea”.

Dal 23 agosto 2007 in poi l’Associazione ha promosso numerose iniziative riguardanti l’attualità del messaggio del sacrificio di Sacco e Vanzetti in riferimento soprattutto a:

1. l’Unità d’Italia (Vanzetti, operaio del Nord, Sacco del Sud, uniti nella testimonianza degli alti valori della tolleranza, della Giustizia, dell’uguaglianza, per cui sono stati uccisi)
2. la pena di morte;
3. la riforma della giustizia;
4. i diritti umani;
5. la questione dell’emigrazione e dell’immigrazione.

In particolare, ogni anno, il 23 agosto, l’Associazione organizza un evento in memoria della loro morte adottando una causa di particolare significato in relazione agli obiettivi dell’Associazione.

L’edizione 2011 sarà dedicata al tema centrale di quest’anno “I 150 anni dell’Unità d’Italia: quali diritti, quali doveri per tutti”, un omaggio al film di Giuliano Montaldo (esposizione dei disegni originali dei costumi di scena), seguiti da una veglia per l’Unità di Italia e i diritti umani.

Vogliamo comunicarVi la nostra grande gioia ed emozione nell’apprendere della Vostra nobile scelta di dedicare un’intera serata di questa grande manifestazione canora al tema dell’Unità d’Italia, inserendo anche l’esecuzione della canzone che, per il mondo intero, è diventata il simbolo della vera vittoria di Sacco e Vanzetti, quella morale nelle coscienze del mondo intero: Here’s to you.

Noi tutti sentiamo spesso, anche la canzone del grande Gianni Morandi, scritta sulle note di Morricone, “Ho visto un film” e speriamo di sentirgliela reinterpretare.

Alla luce di quanto sopra riteniamo che la stessa serata possa essere arricchita nel Suo grandissimo significato dalla presenza sia di Fernanda SACCO, che di Giovanni VANZETTI, i quali, nonostante l’età, continuano a testimoniare in tutto il mondo, soprattutto ai giovani, l’attualità del sacrificio dei loro compianti zii.

Nell’attesa di un cortese riscontro, vogliate gradire i nostri più cordiali saluti.

Il Presidente
dott. Matteo Marolla
Torremaggiore, 10.01.2010

domenica 9 gennaio 2011

Cronologia Del Caso Sacco E Vanzetti

11 giugno 1888,

Bartolomeo Vanzetti, nacque in Villafalletto, prov. Di Cuneo (Piemonte) da Giovanni e la vedova Giovanna Novello Brunetti, primogenito di 4 figli, Giovanni, Vincenzina, Luigina.

22 aprile 1891

Nicola Ferdinando Sacco, nacque in Torremaggiore, prov. di Foggia (Puglia), da Michele Sacco ed Angela Moscatelli quintogenito di 7 figli, Arcangela, Nicola, Sabino, Luigi, Ferdinando, Felicia, Maria.

Aprile 1908

Nicola Sacco e suo fratello maggiore Sabino, partirono da Napoli sulla nave White Star, diretta per l’America, con sbarco a Boston il 12 aprile. Il fratello Sabino dopo un po’ fece ritorno a casa, con la promessa di Nicola che avrebbe fatto ritorno anche lui, da lì a poco.

9 giugno 1908

Bartolomeo Vanzetti partì da Villafalletto, il 13 giugno, si imbarcò a Le Havre per raggiungere gli USA, la traversata durò 7 giorni e 7 notti. Una volta lì, fece i lavori più disparati e pesanti pur di sopravvivere.

Nicola Sacco arrivato in America, in un primo momento, lavorò come trasportatore di acqua nei cantieri di lavori stradali, in seguito, dopo un corso di specializzazione per tagliatore di tomaie, fu assunto dal calzaturificio, Shoe Company, guadagnando 60-70 dollari la settimana.

Nel 1912, N. Sacco, ventunenne, sposa l’italiana Rosina Zambelli, diciassettenne; il loro primogenito, Dante, nacque nel 1913 e nello stesso anno, Nicola entrò a far parte di un gruppo di anarchici denominato “Circolo sociale”.

1916, Sacco ed altri compagni subirono un arresto per mancata esibizione di un’autorizzazione delle autorità, furono liberati dietro pagamento di un’ammenda. Chiunque lottava contro lo sfruttamento degli operai era sottoposto a controllo.

Maggio 1917, N. Sacco e B. Vanzetti si incontrano, per la prima volta in un’assemblea anarchica a Boston, “Galleanist Anarchist”, una settimana dopo raggiunsero il Messico insieme ad altri compagni per evitare la partenza per la guerra.

Fine anno 1917, Sacco ritornò nel Massachussets dove trovò lavoro in una conceria; Vanzetti fece ritorno subito dopo il compagno, comprò un carretto e si mise a vendere il pesce.

Cenni storici:

10 novembre 1918, fine prima guerra mondiale con la vittoria sulla Germania. Inizio crisi economica dovuta alla chiusura di industrie belliche, la disoccupazione crebbe ed anche l’insicurezza economica e politica. Dopo la rivoluzione russa si sviluppò anche un’assurda paura dei rossi, bolscevichi e radicali, tanto che gli americani si organizzarono in leghe per la sicurezza nazionale o di difesa.

Febbraio 1919, questo anno fu caratterizzato da più di 3000 scioperi in cui parteciparono più di 4.000.000 di lavoratori, gli operai, dopo la manifestazione a Seattle, ottennero l’aumento di salario. L’unione degli industriali lo definì il più grande reato del mondo, aumentando paura e indignazione verso gli immgrati.

28 aprile 1919, il sindaco di Seattle, ricevette per posta un pacco bomba che rimasto chiuso non esplose. Da qui, molti politici e personaggi di spicco, ricevettero gli stessi pacchi bomba che nelle varie esplosioni crearono danni e scompiglio.

1919, un certo Palmer (Pensilvanya) fu nominato ministro della giustizia, dopo aver subito l’attentato con un volantino bomba, chiese 500.000 dollari per formare la General Intelligence Division (centrale investigativa contro i radicali).

7 novembre 1919, due anni dopo la rivoluzione russa, iniziarono le persecuzioni contro gli stranieri. I commandos fecero irruzione negli uffici, sedi politiche, maltrattando uomini e donne senza cittadinanza, molti furono arrestati, altri con un “treno rosso” speciale furono deportati a New York per l’espulsione.

27 novembre 1919, il capo della polizia federale, Frank Burke, emanò una circolare a tutti i distretti, che fissava una data provvisoria, 2 dicembre 1920 per gli arresti dei comunisti con particolari istruzioni agli esecutori. Necessitava capire la natura del volantino recapitato a casa di Palmer, un certo Ravarini, italiano,aiutò le indagini infiltrandosi nei circoli anarchici e lì ebbe modo di incontrare anche Sacco e Vanzetti. Ravarini, smascherato , fu protetto dalla polizia, ma fece il nome di Robert Elia, impegnato nella stamperia.

25 febbraio, l’FBI, arresta R. Elia nella sua abitazione e dopo la perquisizione nella stamperia, trovarono della carta rossa simile al volantini pervenuto a Palmer e per sicurezza arrestarono anche Andrea Salsedo, compositore della stampa. I due furono interrogati per 3 ore separatamente.

25 aprile, gli anarchici si riunirono per discutere quale aiuto dare ai 2 amici arrestati che temevano torturati. A questo incontro parteciparono anche Sacco e Vanzetti, il quale Vanzetti assunse il compito di recarsi a New York per avere chiarimenti sulla situazione degli sfortunati. Il presidente di un comitato di difesa, L. Quintiliano, lo mise in guardia perché ci sarebbero state altre retate.

2 maggio, gli anarchici si riunirono ancora per decidere la distruzione del materiale politico, ne frattempo Salsedo era già deceduto, il suo corpo ritrovato sul selciato della strada, sfigurato, caduto dal 14° piano, sotto la stanza degli interrogatori.

15 aprile,Sacco dopo aver ricevuto una lettera(a marzo) dal fratello Sabino che annunciava la morte della loro madre, decise di recarsi al consolato di Boston per consegnare le loro foto al fine di avere i passaporti e far ritorno in patria. Lo stesso giorno alcuni banditi assalirono a South Braintree il portavalori della Slater & Morril, uccidendo il cassiere Parmenter e la guardia, Berardelli.

3 maggio, Sacco ,prima della sospirata partenza per l’Italia, si recò nel calzaturificio, dove aveva lavorato per riprendere i suoi utensili, salutare il direttore Kelley e i suoi colleghi.

Vanzetti, lo stesso giorno, si recò a Boston per acquistare pesce fresco,ma dovette rinunciare alla compera per il costo elevato.

5 maggio, Vanzetti fece visita e pranzò a casa della famiglia Sacco, la quale aveva iniziato a preparare le valigie. Lo stesso pomeriggio passarono di lì anche Orciani e Boda, informando che il guasto alla macchina che serviva a mettere in salvo il materiale stampato, era riparato.

5 maggio, sera, erano circa le ore 19,00 quando Nicola e Bartolomeo salirono sul tram per recarsi a Brokton e riprendere altro mezzo per Bredgewather, mentre Orciani e Boda li raggiunsero in motocicletta, al fine di ritirare l’auto, l’Overland, al garage di Simon Johnson. Durante il percorso in tram, Vanzetti scrisse una bozza di volantino per la riunione del 9 maggio che dopo averla corretta, la consegnò a Sacco che la mise in tasca. Arrivati tutti e 4 a destinazione,mentre Boda parlava con Johnson, il meccanico, si accorsero di qualcosa di strano, la moglie di quest’ultimo uscì di casa recandosi dai vicini per telefonare alla polizia.

5 maggio, sera, ore 22,00, Boda ed Orciani scapparono con la moto, Nicola e Bartolomeo ripresero il tram e lì furono catturati come personaggi sospetti. Arrestati e perquisiti, trovarono addosso una rivoltella Harringhton & Richard, carica e del calibro 38, un temperino, 20 $, alcune cartucce e diversi volantini scritti in italiano. La stessa notte arrivò al commissariato anche il meccanico Johnson che confermò che erano gli uomini che avrebbero dovuto ritirare la Overland.

Sia Sacco che Vanzetti, vennero interrogati, commettendo l’errore di mentire su alcune questioni, anche perché non sospettarono il vero motivo dell’arresto. Vanzetti affermò che non era anarchico e che l’arma che portava serviva in caso di difesa quando andava al porto, visto che spesso aveva con sé, soldi, ma non possedeva il porto d’armi.

Sacco nel primo interrogatorio disse che era sposato, padre di un figlio, che aveva lavorato nel calzaturificio Treekk, che non era mai stato a Bridgewather, non era comunista né anarchico, non conosceva Boda e Coacci. Testimoniò che portava la pistola per gente maleintenzionata e che con amici praticava il tiro a segno.

Il giorno successivo all’arresto, diversi testimoni oculari della rapina con omicidio, di South Braintree e Bridgewater, furono portati a Brocktoun per identificare gli arrestati. Nicola e Burt furono esposti ed umiliati davanti a una cinquantina di persone. Secondo le posizioni e gli atteggiamenti che fecero assumere agli arrestati, i testimoni a volte li incriminarono, senza avere certezza.

Nel contempo, in mezzo alla colonia italiana, si sparse la voce dell’arresto di Nicola e Burt e mentre questi si trovavano ancora al posto di polizia, furono visitati dal prof.F. Guadagni che rese loro noto il vero motivo dell’arresto, omicidio!,sia Sacco che Vanzetti rimasero sbalorditi.

Felicani propose ad alcuni compagni anarchici italiani di costituire un comitato di difesa con raccolta fondi per assistere i due imputati,usando i locali del giornale “La Notizia”, così nacque il “Comitato di difesa Sacco e Vanzetti.

Attività Associazione

1) 23 AGOSTO 2007: Costituzione dell'Associazione Sacco e Vanzetti e commemorazione 80° Anniversario.
2) 10 OTTOBRE 2007: Giornata Mondiale contro la Pena di Morte.
3) 14 OTTOBRE 2007: Raccolta Firme per la Moratoria contro la Pena di Morte.
4) 10 DICEMBRE 2007: Proiezione e discussione film del regista Giuliano Montaldo "Sacco e Vanzetti" (Biblioteca Sandro Onofri – Roma).
5) 29 GENNAIO 2008: Discussione sulle prospettive dopo la Moratoria (CinEtica DETOUR – Roma) a cura dell’Associazione Paul Rougeau di Roma.
6) 15 FEBBRAIO 2008: Sacco e Vanzetti, vittime dell’odio e del pregiudizio razzista (Liceo Fiani – Torremaggiore).
7) 24 MAGGIO 2008 : Foggia - III edizione delle Giornate dell'Attivismo di Amnesty International. Una firma e una foto per la liberazione dei difensori dei diritti umani in Cina.
8) 7-9 GIUGNO 2008: Torremaggiore - "UNA STELLA PER SACCO E VANZETTI" – una firma per la liberazione dei difensori dei diritti umani in Cina.
9) 17 GIUGNO 2008: Sede di FANO - partecipazione al progetto “Archivi in rete”.
10) 18 GIUGNO 2008: CS12-2008 - "Togliamo il bavaglio ai diritti umani" - partecipazione iniziativa gruppo di Foggia di Amnesty a Musica nelle Corti di Capitanata - Continua la Campagna Pechino 2008. Olimpiadi e diritti umani in Cina.
11) 21 AGOSTO 2008: Centro Produzione RAI – Saxa Rubra Roma – Trasmissione “Il Caffè“ con Corradino Mineo - Presentazione del libro di Fernanda Sacco “I miei ricordi di una tragedia familiare”.
12) 22 AGOSTO 2008: Torremaggiore - Veglia contro la pena di morte e per l’applicazione dei diritti umani dedicata al giornalista afgano Sayed Perwiz Kambakhsh, condannato a morte per blasfemia.
13) 21-23 NOVEMBRE 2008: Inaugurazione del Centro di Aggregazione Giovanile “Nick & Bart” ad Arona (NO), nell’ambito del Progetto “Le Vie della Speranza” – Consegna della tessera a Giovanni VANZETTI e Mike BONGIORNO.
14) 10 DICEMBRE 2008: Celebrazione del 60° Anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani presso il Liceo Classico “Lanza” di Foggia.
15) 25 FEBBRAIO 2009: Presentazione del libro di Fernanda Sacco “I miei ricordi di una tragedia familiare” alla trasmissione “Le storie” di Corrado Augias su RAI TRE.
16) 28 FEBBRAIO 2009: Liceo Scientifico I.S.I.S.S. “Federico II” di Apricena (FG), intervento nell’ambito del Progetto “MEMORIE MIGRANTI”.
17) 2 MARZO 2009: Incontro a Foggia con l’Assessore Regionale ai Servizi Sociali dott.ssa Elena Gentile.
18) 3 MARZO 2009: Collaborazione con la Scuola Media Statale “Padre Pio” di Torremaggiore per il Progetto “Il corridoio della Memoria”.
19) 21 AGOSTO 2009: Sacco E Vanzetti Day a Pistoia presso Caffetteria del Museo Marino Marini a cura dell’Istituto Storico della Resistenza di Pistoia.
20) 29 SETTEMBRE 2009: Incontro al John Felice Center della Loyola University di Chicago, situata a Roma in Via Massimi 114 /A (zona Monte Mario) per una manifestazione aperta al pubblico dal titolo: "Sacco e Vanzetti vivono: la loro eredità culturale nel film, nella musica e nella storia".
21) 23 OTTOBRE 2009 : Presso il “Teatro Del Fuoco” di Foggia, consegna dal Consiglio generale dei pugliesi nel mondo di un premio alle memoria per Nicola Sacco.
22) 7 NOVEMBRE 2009: Adesione al convegno "L’Eredità Anarchica Nella Musica, Nella Letteratura E Nella Storia" svoltosi a Reggio Calabria presso la Sala Biblioteca del Palazzo della Provincia in Piazza Italia.
23) 18 NOVEMBRE 2009: Istituto Tecnico Commerciale "Angelo Fraccacreta" di San Severo (FG), incontro con i giovani studenti.
24) 28 FEBBRAIO 2010: Partecipazione al progetto "Waiting for Primavera dei Diritti" a San Severo (FG) presso i sotterranei di Corso Gramsci 51.
25) 13 MARZO 2010: Incontro con gli studenti dell’Istituto Comprensivo “R. Grimaldi” DI San Paolo Civitate
26) 29 APRILE 2010: Incontro con gli studenti dell’Istituto Tecnico Commerciale di Torremaggiore.
27) 6 AGOSTO 2010: Presentazione del libro di Fernanda Sacco “I miei ricordi di una tragedia familiare” a Torremaggiore presso la villa comunale alla festa "Pomodoro Folk".
28) 8 AGOSTO 2010: Presentazione del libro di Fernanda Sacco “I miei ricordi di una tragedia familiare” a Sannicandro Garganico (FG) presso Largo San Martino.
29) 10 AGOSTO 2010: Presentazione del libro di Fernanda Sacco “I miei ricordi di una tragedia familiare” a Rocchetta Sant'Antonio (FG) presso Castel D'Aquino.
30) 23 AGOSTO 2010: Sacco And Vanzetti Memorial Day a Torremaggiore presso Piazzale Palma e Piacquadio.
31) 28 AGOSTO 2010: Adelfia (BA) "Festa dell'Emigrante" presso la zona mercatale adiacente il borgo antico di Montrone testimonianza della signora Fernanda Maria Sacco.
32) 25 SETTEMBRE 2010: Partecipazione al convegno "Sacco E Vanzetti, Vittime Innocenti Dell'Odio E Del Pregiudizio Razzista, Vivono Ancora" a Friburgo in Svizzera presso C. o. de pérolles (Bd de pérolles 68) a cura della Federazione Colonie Libere in Svizzera.
33) 24 NOVEMBRE 2010: Presentazione del libro "Terroni" di Pino Aprile presso il Castello Ducale di Torremaggiore.
34) 30 NOVEMBRE 2010: Adesione alla Giornata Internazionale "Città per la Vita - Città contro la Pena di Morte" e partecipazione alla raccolta di firme contro la pena di morte organizzata con Amnesty International di Foggia.
35) 28 DICEMBRE 2010: Presentazione del libro di Fernanda Sacco “I miei ricordi di una tragedia familiare” a Torremaggiore (FG) presso la sala del trono del Castello Ducale.
36) 17 MARZO 2011: Celebrazione del 150° dell'Unità d'Italia presso la sede dell'associazione in via Cairoli 50 a Torremaggiore (FG)
37) 27 MARZO 2011: Partecipazione al convegno "La terra dei Borbone, la vera storia del Regno delle Due Sicilie mai scritta sui libri di scuola" presso l'Oratorio San Domenico Savio di Torremaggiore (FG)
38) 16 APRILE 2011: Partecipazione al convegno "150 Anni Dell’Unità D’Italia Di Emigrazione Italiana E Pugliese" presso l’Auditorium della Biblioteca Comunale di Adelfia (BA)
39) 24 MAGGIO 2011: Partecipazione al convegno "LA MERICA - Quando ad emigrare eravamo noi" presso l'Auditorium Biblioteca Comunale di Sammichele di Bari (BA)
40) 5 AGOSTO 2011: Partecipazione al convegno "Postiglione-Sacco e Vanzetti - Storie diverse, tante analogie" presso la sala convegni del Comune di Raiano (AQ)
41) 23 AGOSTO 2011: Sacco And Vanzetti Memorial Day a Torremaggiore presso Piazzale Palma e Piacquadio.
42) 10 NOVEMBRE 2011: Partecipazione al convegno "Lo Stato (Non) Uccide - Giornata Contro La Pena Di Morte" presso la facoltà di giurisprudenza di Teramo.
43) 30 NOVEMBRE 2011: Partecipazione al convegno "Insieme Per La Vita" presso la Sala dei Borboni del Maschio Angioino di Napoli.
44) 1 DICEMBRE 2011: Partecipazione al convegno "Pena Di Morte E Pena Di Vivere" presso la biblioteca civica "Raffaele Artigliere" del Palazzo Toledo di Pozzuoli (NA).
45) 25 FEBBRAIO 2012: Presso l'associazione “Sacco e Vanzetti” incontro con gli studenti dell’Istituto “Sacro Cuore” di Foggia accompagnati dal preside don Fausto Parisi.
46) 1 MARZO 2012: Presso l'associazione "Sacco e Vanzetti" è stato organizzato la "Giornata del Migrante".
47) 5 MARZO 2012: Presso l'Istituto Superiore "Luigi Einaudi" di Foggia incontro con gli studenti e Fernanda Sacco.
48) 5 APRILE 2012: Presso l'associazione “Sacco e Vanzetti” incontro con una delegazione di emigrati italiani in America in visita al Monumento ed alla Casa Natale di Nicola Sacco.
49) 21 APRILE 2012: Presso l'ISTITUTO PROFESSIONALE “G. BOCCARDI” di Termoli (CB) incontro in collaborazione con AMNESTY INTERNATIONAL – MOLISE: “UNA PAGINA DI STORIA: SACCO E VANZETTI”.
50) 11 AGOSTO 2012: Presso Piazza Palma e Piacquaddio – Torremaggiore (FG), partecipazione alla FESTA DEI POPOLI, organizzata dal Comune di Torremaggiore.
51) 23 AGOSTO 2012: Sacco And Vanzetti Memorial Day 2012 a Torremaggiore presso Piazzale Palma e Piacquaddio.
52) 28 SETTEMBRE 2012: Presso la Biblioteca Civica di VIGEVANO (PV) incontro organizzato dall’Associazione Culturale delle Genti Lucane “Rocco Scotellaro” sul tema “Storie di emigrazioni: Presentazione del libro “I miei ricordi di una tragedia famigliare” di Maria Fernanda Sacco.
53) 07 OTTOBRE 2012: Presso la Libreria “La bottega dei miracoli” di Torremaggiore incontro organizzato in collaborazione con l’Associazione DAUNIA DUE SICILIE ed il Centro Culturale “Don Tommaso Leccisotti” per la presentazione del libro “Mezzogiorno Europeo” di Michele Di Cesare.
 
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