venerdì 21 settembre 2012

Sacco And Vanzetti Memorial Day 2012

mercoledì 19 settembre 2012

Storie Di Emigrazioni A Vigevano

venerdì 24 agosto 2012

giovedì 23 agosto 2012

7th Annual Sacco And Vanzetti Commemoration Day - Sunday, August 26, 2012

Gather at the Boston Common Visitor Center (Tremont/West) at 2PM to star marching towards the North Ends at 3PM. Then rally at 4PM the Greenway Park, Hanover St. and Cross Street in the North End of Boston. 

This event is dedicated to all political prisoners and victims of state repression. 

JUSTICE CRUCIFIED NO MORE! 

Sponsored by the Sacco and Vanzetti Commemoration Society and the I.W.W. 

Endorsed by the Lantern Collective, Bread and Roses Heritage Committee, Common Struggle, Socialist Workers Party 

For more info: info[at]saccoandvanzetti.org or call 617-290-5614 

To download the flyer for the event click here. 
To download the press release and psa click here. 

Para bajar el comunicado de prensa en español pinche aquí. 

http://www.saccoandvanzetti.org

martedì 14 agosto 2012

Sacco And Vanzetti Memorial Day 2012


Per non dimenticare! Veglia del 23 agosto 2012 contro la pena di morte e per i diritti umani nel mondo.
Dal 2007, il 23 agosto, l’Associazione Sacco e Vanzetti organizza il "SACCO E VANZETTI MEMORIAL DAY", un evento in memoria della morte dei due lavoratori, ingiustamente uccisi in America con la sedia elettrica, adottando una causa di livello internazionale per la salvaguardia dei diritti umani.
La manifestazione si svolgerà a Torremaggiore giovedì 23 agosto 2012 a partire dalle ore 19,30 in piazza Palma e Piacquadio.

TEMA DEL SACCO E VANZETTI MEMORIAL DAY 2012

Pena di morte e Pena di vivere: in ricordo dei morti per tumore a Taranto

Interventi:
ins. Maria Fernanda SACCO, Presidente Onoraria Associazione Sacco e Vanzetti
dott. Costanzo DI IORIO, SINDACO di TORREMAGGIORE
sen. avv. Felice BELISARIO, capo-gruppo IDV al Senato
on. Dott. Augusto DI STANISLAO, componente IV Commissione DIFESA della Camera
dott. Domenico RIZZI, Presidente PdAC
dott. Andrea LARICCIA del Gruppo Dottrina sociale della Chiesa: “La Dottrina Sociale della Chiesa per una vita che non sia una pena”
 dott. Tonino D'ANGELO, Presidente Nazionale di Medicina Democratica: “La pena di convivere con l'ILVA di Taranto”
 prof. Giuseppe CALABRESE: “Il gemellaggio delle Scuole Medie di Villafalletto e Torremaggiore per l'educazione ai diritti umani”
Maria RADU, vedova di Gheorghe Radu: "La pena di vivere per i cosiddetti lavoratori invisibili"
dott. Luigi PATELLA:Presidente dell’ Associazione People in The World: "L'impegno per una vera comunione tra i popoli"
don Dino D’ALOIA, Responsabile di Casa Eirene, Centro Ecumenico per la Pace
il poeta Raffaele NIRO, leggerà versi tratti dal suo poemetto - ancora inedito - intitolato "La presunzione del bene", una ricerca, attraverso la parola poetica, sulla coscienza del bene e del male, della natura delle cose per arrivare a quella verità sempre più lontana dalla cognizione umana, accompagnato alla chitarra dal Maestro di Chitarra MICHELE GUERRA
Matteo IAMMARRONE eseguirà un brano scritto contro la pena di morte, perfetto per la storia di Sacco e Vanzetti: "Il richiamo dei morti viventi"

Un gruppo di alunni della Scuola Media F. Celozzi, con le ins. Pina AMETTA e Maria Teresa RICCI, parlerà dei momenti più significativi del gemellaggio con gli alunni della Scuola Media B. Vanzetti di Villafalletto.

Al termine prima della fiaccolata verso la Tomba di Sacco e Vanzetti SPETTACOLO DI DANZA E GIOCOLERIA PER I DIRITTI UMANI DEI NAFSI AFRIKA ACROBAT di Nairobi.

venerdì 20 aprile 2012

Amnesty International E L'Associazione Sacco E Vanzetti A Termoli Contro La Pena Di Morte

L'Istituto Tecnico "G.Boccardi" di Termoli, in collaborazione con l'Antenna di Termoli di Amnesty International e l'Associazione "Sacco e Vanzetti" di Torremaggiore (FG), organizzano, per sabato 21 aprile dalle ore 9,00 alle ore 13,00 presso la propria Aula Magna, il convegno "Una pagina di storia: Sacco e Vanzetti".

Ai saluti del Dirigente Scolastico, prof. Mario Quici seguiranno gli interventi di Maria Luisa Cavallo, Responsabile della Circoscrizione Abruzzo - Molise di Amnesty International che illustrerà l'ultimo rapporto annuale di Amnesty International sulla pena di morte; del dott. Matteo Marolla, Presidente dell'Associazione "Sacco e Vanzetti" e di Fernanda Sacco, Presidente onoraria dell'Associazione "Sacco e Vanzetti", nonché, nipote ed ultima discendente di Nicola Sacco. Sarà, inoltre, proiettato il film Sacco e Vanzetti di Giuliano Montaldo.

venerdì 23 marzo 2012

Intervista Fernanda Sacco Al Giornale "Gli Altri"

Lucida, decisa, testarda. Fernanda Sacco è l’ultima rimasta, in Italia, della famiglia di Nick, l’anarchico italiano condannato a morte e ucciso dallo Stato del Massachussets nella notte tra 22 e 23 agosto 1927. Un’esecuzione ben più lunga dell’elettricità scaricata dalla sedia del penitenziario di Charlestown; un’esecuzione durata 7 anni, consumata all’interno di un processo che batté il martello anche sulla corruttela della giustizia statunitense, e che lacerò fisicamente due uomini ingiustamente accusati di essere rapinatori ed assassini (con Nicola Sacco, ovviamente, Bartolomeo Vanzetti). E che, al contrario, erano semplicemente anarchici. E Italiani. Fernanda non ha mai conosciuto lo zio di cui porta il nome (perché il vero nome dell’anarchico foggiano era Ferdinando), ma non si arrende allo sfilacciamento della sua memoria, della sua etica rigorosa, del suo sacrificio ideale e non cercato. Nel 2007, in occasione dell’80mo anniversario della morte di Nick, con l’ex sindaco di Torremaggiore, Matteo Marolla, ha messo in piedi l’Associazione Sacco e Vanzetti, che annualmente cura l’ospitalità di scuole e gruppi che vogliono mettersi sulle tracce dei due anarchici.

Fernanda Sacco, Nicola Sacco e Torremaggiore. Quali i tuoi ricordi?
Dello zio ho ricordi indiretti. Sono nata dopo la sua morte, per altro avvenuta dopo anni di emigrazione negli Stati Uniti. Zio Ferdinando andò via da Torremaggiore neppure diciottenne. Era il 1908 e, sebbene in queste terre la povertà fosse tanta e l’arretratezza ancor più marcata, la sua famiglia di provenienza era tutto sommato in discrete condizioni economiche. Era infatti, quella dei nonni, una casa di produttori agricoli, con buon radicamento nel settore dell’olio extravergine d’oliva e del vino. Malgrado ciò, fu lui a decidere di tentare l’America, di migrare come un uccellino fragile verso quella Grande Nazione che, vista da qui, pareva un miraggio di ricchezza ed arricchimento. E dove, invece, piangerà amaramente, fino alla morte. Io mi glorio di portare il suo nome. Lo volle mio papà Sabino, fratello di Ferdinando.

Le sue speranze andarono deluse…
Zio Ferdinando era emigrato in America per lavorare. La verità gli si schiuse presto in faccia come un fiore appassito. L’America non era bella, né scintillante, era foriera, anzi di povertà e poveri. I cotillon erano riservati a pochissimi privilegiati. E questi privilegiati non erano mai stranieri. Per loro c’era il ghetto, l’emarginazione, il lavoro senza condizioni e senza protezioni. Lo zio raccontava le storture evidentemente razziste, delle derive anti italiane, quando si affiggevano cartelli di proibizione di fittare casa ai nostri compatrioti. Nel 1916, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, fu chiamato alle armi. Come molti anarchici (e come Bartolomeo Vanzetti, che nel frattempo aveva preso a frequentare), scelse la diserzione e scappò in Messico. A ritorno nel Massachussets, di fatto, firmò una prima parte della sua condanna a morte, essendo stato inserito nella lista dei sovversivi. Lista, in cui figurava anche Andrea Salsedo, volato da una finestra del commissariato di New York il 3 maggio 1920.

Il processo fu lungo, l’esecuzione ingenerò un vespaio di polemiche. Ma in Italia, fu silenziato tutto.
La nostra famiglia era ed è una famiglia di convinta ideologia socialista. Di quel socialismo puro che ha fatto di Matteotti, per esempio, uno dei primi bersagli dello squadrismo. Quando l’urna con le ceneri di zio Ferdinando, mischiate con quelle di Vanzetti, giunse a Torremaggiore il 15 ottobre del 1927, i gerarchi locali disposero misure restrittive eccezionali [le ceneri arrivarono in convoglio ferroviario a San Severo, prima di essere traslate su un carro e ricondotte a Torremaggiore. Quello stesso giorno arrivarono in paese, per monitorare la situazione, due camion pieni di poliziotti. Si racconta, nella cronaca tramandata e nei ricordi di qualche anziano, che il silenzio in paese era ai limiti dell’irrealtà, ndR]. Ordinarono che i parenti non fossero presenti alle esequie. Al camposanto poté accedere solo papà, che, come detto, di nome faceva Sabino ed era fratello di Nicola, scortato da un manipolo di poliziotti. Per zio Nicola, il fascismo non voleva la damnatio memoriae. Peggio, mirava alla sua rimozione mediante silenzio ed anonimato. Basti pensare che, sulla sua modesta tomba, ci fu impedito di scriverne il nome. Questo, secondo i loro calcoli, avrebbe scoraggiato le celebrazioni politiche, ben sapendo che la partecipazione del paese al dolore della famiglia non era semplicemente affettiva, ma anche politica. E infatti, per l’intero Ventennio, ogni anno, per in occasione della ricorrenza del primo maggio, qualcuno gabbava il Regime e, nottetempo, deponeva sulla tomba di zio Nicola un mazzo di fiori rossi.

Una memoria controversa…
Una non memoria, direi. Zio Nicola era un uomo buono. Per lui l’anarchia non erano le bombe, come qualcuno volle far credere. Non era un rapinatore e tantomeno un assassino. Zio Nicola era un giusto, credeva nell’uguaglianza sentendola nel profondo. La prevaricazione dell’uomo sull’uomo: ecco che cosa odiava. Dunque, lo sfruttamento, i diritti negati, la guerra. Di questo portato, oggi, resta poco o nulla. Per oltre vent’anni, e questo ben dopo il fascismo, ho fatto la spola tra le varie amministrazioni di Torremaggiore. Volevo un posticino nel camposanto, un metro, 50 centimetri, per dare allo zio quel riconoscimento che non gli è spettato in vita. Soltanto nel 1998, l’allora sindaco Matteo Marolla accolse la mia proposta. Il Comune di Torremaggiore riconobbe il suo figlio lontano. Il 14 novembre inaugurammo un monumento che, oggi, è all’ingresso del cimitero, con su impresse le parole con cui, nel 1977, Michael Dukakis, governatore del Massachussets, riabilitava la memoria di Sacco e Vanzetti.

Fernanda perché, oggi, Sacco dovrebbe essere un esempio?
Guardo alle nuove generazioni. Con la scusa della crisi, si sta facendo strage di giovani. La ribellione di zio Ferdinando, di Nick, di Nicola Sacco, può e deve diventare la ribellione dei giovani. Come lui, loro devono ritrovare il senso della collettività, l’appartenenza comune, la forza della morale e dell’ideale. Uscire dalla logica imposta e coercitiva della competizione a tutti i costi. I potenti hanno fatto credere loro nella cannibalizzazione l’un dell’altro come nell’unica forma possibile di interazione sociale, di riuscita. Hanno dipinto un mondo a tinte fosche, cupo, in cui la sodomizzazione della partecipazione collettiva sia la strada che porta a diventare uomini. Ecco i ragazzi prendano in mano i pennelli e ridipingano questo scenario a modo loro.

Hai visitato i luoghi che furono di zio Nick?
Si. Nel 2006, dopo diverso tempo e tante remore vinte, sono partita per gli Stati Uniti. Le emozioni sono state fortissime: dolore lancinante, delusione, rabbia. Tanti sentimenti contrapposti l’uno all’altro. Quel viaggio mi condusse all’interno dell’aula del Tribunale di Dedham dove furono alla sbarra zio Ferdinando e Bartolomeo Vanzetti. Sedetti nella posizione che fu di Nick; negli occhi le immagini che dovettero essere le sue immagini; la prospettiva che dovette essere la sua prospettiva. Infine, anche se per il breve volgere di qualche attimo, stetti sulla sedia del giudice corrotto Webster Thayer. Sono stata male per due giorni, le parole si spezzavano in gola, avevo un groppo grande così. Vivendo sui passi di zio Nick, percorrendo le sue vie, impattando contro Bridgewater, contro le strade dove s’era consumata la rapina di cui lui e Bart sono stati accusati, mi sono sentita come in una centrifuga delle emozioni, sballottata dappertutto.

Ora, come tu stessa hai detto, Nicola Sacco ha un suo monumento (la base, a forma della prua di una nave, con bassorilievi – sulla facciata – del castello di Torremaggiore e – sul retro – della statua della Libertà, sorregge un obelisco nero rettangolare con su impresse le parole di Dukakis), un suo riconoscimento fisico. Per deporre fiori sulla tomba non occorre più scavalcare di nascosto il muro di cinta. La sua storia circola per l’Italia e per il mondo come un esempio fulgido d’impegno. A Torremaggiore, nel paese dove Nick è nato e da cui è partito, cos’è rimasto?
(ride amaramente) E’ rimasto il monumento. Qui, proprio qui, dal punto in cui è iniziato il cammino dello zio verso la fine, c’è un ricordo vacuo e distratto. A lungo dimenticato dalla politica, snobbato dalle scuole e con pochi appigli nella società civile. Soltanto poche volte succede di trovare un fiore o un lumino dove riposano le sue ceneri; la sua casa natale, fuori da cui è stata, qualche anno fa, affissa anche una targa, è vuota ed in vendita. Nessuno ha mai pensato di acquistarla, men che meno le amministrazioni. La memoria di Sacco nel paese di Sacco è polverizzata. Ogni anno, con l’associazione, proviamo a rinverdirla in occasione del “Sacco e Vanzetti Memorial Day”. Mi rendo conto che non è molto, ma è uno strumento non tanto per consumare la celebrazione di un evento, quanto più per perpetuare ciò supera la temporaneità della vita terrena per imprimersi nell’eternità: le idee, l’insegnamento.

Piero Ferrante
Gli Altri
23 Marzo 2012

martedì 6 marzo 2012

I Giovani Di Nick. Fernanda Sacco: “Ma Torremaggiore S’è Dimenticata Di Lui”


Torremaggiore – “TORREMAGGIORE è vacua, spenta, disinteressata. Ma il ricordo di zio Nicola rivive in questi ragazzi”. Fernanda Sacco è l’ultima rimasta di una famiglia numerosa, troncata dal tempo e dal dolore, eppure mai prona. Quarant’anni di insegnamento elementare, dopo essere entrata nella scuola che ne aveva appena 21, e quel cognome così diffuso nel Tavoliere eppure così benedettamente oberoso: Sacco. Come Nick, meglio Nicola, meglio Ferdinando Nicola, inchiodato alla croce della morte da una giustizia sbarazzina e corrotta in una notte agostana del lontano 1927.

IL FILM. Dell’anarchico pugliese, eternificato da Riccardo Cucciola (nel film ‘Sacco e Vanzetti’, anno 1971, regia Giuliano Montaldo. Cucciolla vinse la palma d’oro del Festival di Cannes come miglior attore. Gian Maria Volonté, invece, prestò il volto a Bartolomeo Vanzetti), Fernanda è la nipote (era suo zio, fratello da parte paterna, come rivela il cognome) e custode della memoria. Per ricordare, insieme, l’uomo e l’idea, con l’ex sindaco Matteo Marolla ed un gruppo di volontari, nel 2007 tirò su l’Associazione Sacco e Vanzetti. Quella che, oggi, funge da sistema centrale per l’organizzazione del ‘Sacco e Vanzetti Memorial Day’ e punto d’irradiazione per la diffusione del credere di Nick.

L’ASSOCIAZIONE, LA DIMORA. Un nucleo più forte dei monsoni della crisi, piantato nel cuore del centro storico del paese dell’alto Tavoliere, a pochi passi dal Castello ducale ed altrettanti dal Duomo e dal Comune, che, oggi, ha schiuso le porte ad una ventina di studenti dell’Istituto Einaudi di Foggia. Una giornata satura d’emozioni, impregnata di passione addirittura fino alle lacrime. Il castello, l’associazione, la casa natale di Nick, ammodernata e imborghesita, poco novecentesca, disturbata da un cartello di ‘vendesi’ che la dice lunga. “Mai – spiega a Stato la Sacco – abbiamo registrato la volontà da parte dell’amministrazione comunale di acquistare o rivalutare la casa”. Che, dunque, è ufficialmente all’asta della storia. Evidentemente poco golosa, se è vero, come ci spiega Michele Ametta, altro esponente dell’Associazione, che la dimora è sempre chiusa e nessuno, in paese, sa granché sui suoi proprietari.

L’OBELISCO. “Voglio raccontarvi una storia – racconta Fernanda ai ragazzi – Voglio raccontarvi di quando mio zio, per ordine del fascismo, non poteva avere neppure una foto sulla lapide. Voglio raccontarvi di quando, di straforo, ogni primo maggio qualcuno scavalcava il muro di recinzione per depositare un mazzo di fiori rossi. Voglio raccontarvi di Torremaggiore, e di vent’anni in cui ho pregato le amministrazioni di concedermi 50 cm per una nuova sepoltura per zio Nicola, riuscendoci solo grazie a Matteo Marolla”. Gli occhi le si fanno lucidi. Su Fernanda pendono delusioni e sconfitte. Un paese che ha cercato di affossare la memoria di un concittadino. Alle sue spalle, mentre recita il copione del ricordo, l’obelisco nero che recita l’assioma del perdono del Governatore del Massachusset Michael Dukakis. Quello che la Nazione più potente del mondo invoca alle famiglie dei due italiani. “Dichiaro che ogni stigma ed ogni onta vengano per sempre cancellati dai nomi di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, dai nomi delle loro famiglie e dei discendenti e dal nome dello stato del Massachussets”.

“L’insegnamento della vita di mio zio è un qualcosa che ha ancora un fortissimo senso diffondere”, chiosa, a cappello. Poi sono abbracci, emozione, generazioni di diversi che Ferdinando Nicola Sacco, inconsapevolmente, ha unito.

p.f.
riproduzione riservata

domenica 4 marzo 2012

Incontro Con Gli Studenti Dell’Istituto Istruzione Superiore L. Einaudi Di Foggia

Lunedì 05 marzo 2012 un gruppo di studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore “Luigi Einaudi” di Foggia conoscerà la storia di Nicola Sacco, un uomo che lottò e sacrificò la propria vita in una lontana terra straniera per difendere gli ideali universali di libertà e giustizia.

L’incontro si svolgerà secondo il seguente calendario:

Ore 10.00: Incontro presso l’Associazione “Sacco e Vanzetti” in via Cairoli n° 50;

Ore 11.00: Visita guidata presso la casa natia di Nicola Sacco;

Ore 11.30: Visita al monumento in memoria di Sacco e situato nel Cimitero di Torremaggiore;

L’Associazione culturale “Sacco e Vanzetti” è sorta nel 2007 in memoria di Nicola Sacco nato a Torremaggiore nel III° Vico del Codacchio.

Nicola Sacco (Torremaggiore, 22 Aprile 1881 - Charlestown, 23 Agosto 1927) e Bartolomeo Vanzetti (Villafalletto, 11 Giugno 1888 - Charlestown, 23 Agosto 1927) furono due anarchici italiani. Entrambi  furono arrestati, condannati ingiustamente sulla sedia elettrica durante gli anni Venti. Nel 1977 Michael Dukakis, Governatore dello Stato del Massachussets, riconobbe ufficialmente gli errori commessi durante il processo e restituì completamente la memoria di Sacco e Vanzetti.

Le ceneri di Nicola Sacco sono state traslate dall’America  e sono conservate nel Cimitero di Torremaggiore.

L’Associazione culturale “Sacco e Vanzetti” di Torremaggiore si oppone incondizionatamente all’utilizzo della pena capitale, ritenendola crudele, degradante e soprattutto inutile sotto un profilo educativo, in quanto interrompe bruscamente il processo riabilitativo del presunto colpevole. L’Associazione culturale “Sacco e Vanzetti” di Torremaggiore è nata con l’intento di sensibilizzare gli uomini affinché la pena di morte sia bandita da tutti i Paesi del mondo e nessun uomo sia più vittima di insulsi pregiudizi razziali, culturali, politici, religiosi, economici e sociali.

giovedì 23 febbraio 2012

Incontro Con L'Istituto Sacro Cuore

TORREMAGGIORE, 25 FEBBRAIO 2012

L’ASSOCIAZIONE CULTURALE “SACCO E VANZETTI”
INCONTRA GLI STUDENTI DELL’ISTITUTO “SACRO CUORE” DI FOGGIA ACCOMPAGNATI DAL PRESIDE DON FAUSTO PARISI

Sabato 25 febbraio 2012 un gruppo di studenti del Liceo Classico “Sacro Cuore” di Foggia conoscerà la storia di Nicola Sacco, un uomo che lottò e sacrificò la propria vita in una lontana terra straniera per difendere gli ideali universali di libertà e giustizia.

L’incontro si svolgerà secondo il seguente calendario:
Ore 10.00: Incontro presso l’Associazione “Sacco e Vanzetti” in via Cairoli n° 50;
Ore 11.00: Visita guidata presso la casa natia di Nicola Sacco;
Ore 11.30: Visita al monumento in memoria di Sacco e situato nel Cimitero di Torremaggiore;

L’Associazione culturale “Sacco e Vanzetti” è sorta nel 2007 in memoria di Nicola Sacco nato a Torremaggiore nel III° Vico del Codacchio.

Nicola Sacco (Torremaggiore, 22 Aprile 1881 - Charlestown, 23 Agosto 1927) e Bartolomeo Vanzetti (Villafalletto, 11 Giugno 1888 - Charlestown, 23 Agosto 1927) furono due anarchici italiani. Entrambi  furono arrestati, condannati ingiustamente sulla sedia elettrica durante gli anni Venti. Nel 1977 Michael Dukakis, Governatore dello Stato del Massachussets, riconobbe ufficialmente gli errori commessi durante il processo e restituì completamente la memoria di Sacco e Vanzetti.
Le ceneri di Nicola Sacco sono state traslate dall’America  e sono conservate nel Cimitero di Torremaggiore.

L’Associazione culturale “Sacco e Vanzetti” di Torremaggiore si oppone incondizionatamente all’utilizzo della pena capitale, ritenendola crudele, degradante e soprattutto inutile sotto un profilo educativo, in quanto interrompe bruscamente il processo riabilitativo del presunto colpevole. L’Associazione culturale “Sacco e Vanzetti” di Torremaggiore è nata con l’intento di sensibilizzare gli uomini affinché la pena di morte sia bandita da tutti i Paesi del mondo e nessun uomo sia più vittima di insulsi pregiudizi razziali, culturali, politici, religiosi, economici e sociali.
 
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